CULTURA E INTRATTENIMENTO

Alvito – Patrizia Bellucci, un’interpretazione entusiasmante

di Antonio Mantova

Spesso la parola Evento viene usata con molta disinvoltura, anche per banali avvenimenti, dimenticando la eccezionalità del suo valore. Posso parlare di Evento con consapevolezza, per lo spettacolo teatrale che si è tenuto ieri sera nel bellissimo teatro di Alvito, che ha visto l’anteprima di un dramma, basato sulla vita antica, ma terribilmente moderna, di un personaggio che per vent’anni ha affascinato l’Europa per la sua avvenenza ma anche per la sua cinica intelligenza, ma soprattutto ha fondato la vita sulla sua avvenenza e fascino: V come Virginia, la contessa di Castiglione. La piece teatrale, scritta e diretta mirabilmente da Luca Gaeta, costumi di Luca Arcuri, e la movement director Giulia Alvino, luci di Francesco Barbera e profondamente arricchita dalla magica quanto incisiva musica di Fabio Lombardi, proponeva il travaglio interiore ed umano di una donna bellissima, che già ragazza affascinava Parigi e l’imperatore Napoleone III, tanto da indurlo ad allearsi con l’Italia nella seconda guerra d’indipendenza.

In un parterre coinvolto e attento, che ha omaggiato l’evento con una grande standing ovation finale, abbiamo goduto di una interpretazione di grande recitazione teatrale dell’attrice romana Patrizia BELLUCCI, che ha offerto, in una one woman show, il ritratto della contessa di Castiglione, nel suo periodo di decadenza, fisica e morale. Bellucci dalle mille espressioni, dalle mille inflessioni della voce, dai mille cambiamenti: amaro, patetico, canzonatorio, drammatico, pietoso e struggente, ha fatto rivivere tutto il dramma della decadenza di Virginia Oldoini dal momento che ha capito che non dominava più la scena parigina, che non dominava più Napoleone III, che non dominava più nemmeno la sua vita… Ma Patrizia Bellucci ha anche un grande merito, grazie al suo travolgente trasformismo scenico da brivido, quello, nell’ultima parte, quando ha saputo mostrare e farci arrivare tutta la disperazione della contessa, il suo annientamento psicologico e il suo lamento di dolore e tutto il travaglio di chi ha vissuto la grandeur e che ora è rannicchiata nella sua stanza, con il peso dei ricordi, che sono un fardello insopportabile.