Dall’Associazione Italiana Wilderness riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato a firma di Franco Zunino (Segretario Generale dell’AIW), di Edmondo Vivoli (Presidente dell’ATC FR1) e di Ernesto Cupini (Presidente URCA-Frosinone)
“Ma cosa credono, i promotori animalisti ed anticaccia del Parco Regionale dei Monti Ernici, di ignorare le leggi? Loro, che quando si tratta di combattere la categoria dei cacciatori proprio alle leggi si appellano, magari interpretandole a loro uso e consumo, pur di vincolare sempre nuove aree alla caccia?
La Regione Lazio non ha deliberato un bel nulla, perché senza l’assenso dei Comuni ed il consenso delle popolazioni locali (e delle loro Associazioni), non potrà mai deliberare un bel nulla! La Regione Lazio ha solo deliberato una gran fumata di norme inapplicabili senza l’assenso dei Comuni, e burocraticamente un campionario di inutilità, se non per chi magari riceverà qualche incarico, per stabilire le solite inutili ed inapplicabili linee guida mirate a salvare l’unico orso marsicano che sta bazzicando tra Ernici e Simbruini; orso peraltro ben rispettato da tutti, cacciatori compresi.
Come abbiamo già scritto da altre parti, «una deliberazione di 14 fitte pagine per non stabilire nulla di concreto; il solito parolaio: solo proposte di mandati, comitati, individuazione di incarichi dirigenziali, linee guida, concertazioni, coordinamenti, ecc.; tutte idee astruse che partoriranno incontri, convegni, accordi, approvazione di Piani, e altre varie proposte burocratiche; ovvero, chiacchiere e carta stampata a non finire!»
Ma, questi signori pro Parco Ernici (sempre anonimi) hanno letto la deliberazione regionale che tanto enfatizzano, dove, a pag. 3, si riporta precisamente dal Piano del PATOM (che loro stessi hanno sostenuto), che “……non è necessario prevedere (per le migrazioni dell’orso) altre aree protette ma è (semplicemente) necessario calibrare la compatibilità delle attività antropiche……”???
Hanno visto quante decine di milioni costano le tante Riserve naturali ed i 4 Parchi ciociari? Carrozzoni con spese e personale in “stra-esubero”, la cui utilità, con risultati alla mano, non è mai stata verificata, né dimostrata, mentre, per dirne solo una, il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Frosinone langue con decine di malati quotidianamente nei corridoi, e due soli medici!!!
Ora, qualcuno, con questa deliberazione, sarà incaricato (non certo gratuitamente) di “individuare” l’area dei Monti Ernici dove poi cercare di istituire il futuro Parco, magari sperando poi in un colpo di mano dei Consiglieri regionali (fingendo di ignorare la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che senza l’assenso dei Comuni e delle popolazioni locali non si istituisce più nessun Parco). Come se già non si sapesse quale quest’area sia e quali confini debba avere. Sono quasi cinquant’anni che lo si propone questo Parco, e immaginiamo che tutti siano già ben informati su quale possa essere il suo territorio. Il Comitato pro Parco ha fatto le debite pressioni politiche, ed ha ottenuto un pacchetto di “fumo”, perché un po’ di fumo non si rifiuta mai a nessuno! A leggere l’articolo apparso sulla stampa locale nei giorni scorsi il lettore ha infatti difficoltà a districarsi nella caterva di “linee guida” che lo infarciscono. Speriamo che queste linee finiscano per portare questi ambientalisti a sbattere la testa contro il muro della legge, la quale dice, appunto, che senza l’assenso dei Comuni (e quindi delle collettività locali: agricoltori, pastori, boscaioli e cacciatori, nonché cercatori di tartufi e funghi), nessun Parco vedrà mai luce sui Monti Ernici, anche perché ci sarà chi vigilerà affinché ciò non avvenga. E, noi, insieme alle popolazioni locali, lo faremo !
Ma, BASTA! Finitela, il Paese è cambiato, la Parcomania anticaccia è morta, appartiene al passato e dimentichiamola. Mettetevi in testa che, come in tutti i Paesi civili, ci sono altri e più efficaci modelli di tutela dell’Ambiente, cui i cacciatori partecipano a pieno titolo. Insistere con le vostre manie anticaccia non porterà altro che a scontri feroci, in cui certamente non ci sottrarremo, ma chiederemo, con la massima trasparenza, anche il conto di quanto è stato fatto – e da chi – per avere oggi questi risultati ambientali in Ciociaria”.