Aveva raccontato alla polizia che, dopo una serata trascorsa con gli amici, Samanta aveva accusato un malore rivelatosi fatale. Lui, impaurito, avrebbe poi gettato il suo corpo nella acque del Liri. Era questa, almeno fino a ieri, la versione ufficiale di Tonino Cianfarani. Un castello di carte che non aveva mai pienamente convinto gli inquirenti e che è stato soffiato via dal macabro ritrovamento dei poveri resti di Samanta, murata dentro la casa nel centro storico di Fontechiari, presso cui Cianfarani era da poco residente: da vero esperto del suo mestiere, l’uomo ha dapprima costruito ex novo un muro nello scantinato, per poi praticarvi un’apertura, infilare il cadavere avvolto da un lenzuolo e da sacchi della spazzatura, e richiudere il buco . E’ stato l’ex marito, con il quale la donna aveva anche avuto un figlio, a doversi sottoporre al triste rito del riconoscimento, avvenuto grazie ad alcuni inconfondibili tatuaggi. Le manette ai polsi del muratore quarantenne sono scattate nella giornata del 19 giugno a Cagliari: Cianfarani era in Sardegna impegnato in un cantiere (lavora per una ditta edile) quando è stato prelevato dalla polizia, arrestato e messo sul primo aereo per Roma, dove è arrivato alle 21.45. Nelle prossime ore sarà sottoposto ad un interrogatorio, che con ogni probabilità consentirà di fare luce sui tanti lati oscuri della vicenda, a partire dal movente: le accuse che gli sono mosse sono di omicidio ed occultamento di cadavere. Secondo quanto affermato dalla Questura di Frosinone, le indagini sulla scomparsa della donna si sono concentrate praticamente subito sulla vita di Cianfarani, identificato da alcuni testimoni come l’ultimo in ordine di tempo ad essere stato visto in compagnia di Samanta. Le sue dichiarazioni in merito alla scomparsa della poveretta non sono mai state ritenute credibili, anzi: le numerose contraddizioni evidenziate e mirate a depistare le indagini, dicono i poliziotti, non hanno fatto altro che rafforzare la loro ipotesi investigativa. Si è arrivati così al triste epilogo di ieri, quando il cane molecolare ‘Orso’, con il suo fiuto specializzato, ha fatto capire agli inquirenti che quello di fronte a loro non era un semplice muro.