Lo scorso venerdì a Frosinone il Pdl di tutta la provincia si è riunito per fare il punto della situazione, confrontarsi, tracciare la rotta. Significativo il titolo della convention, “Gli Stati Generali del Popolo delle Libertà: partito e territorio per crescere insieme”, perché è con la base, è sui territori che bisogna lavorare se davvero si vuol crescere.
All’appuntamento ho partecipato con molto interesse. Non mancava nessuno. Anche la città di Sora era rappresentata, dal suo sindaco Ernesto Tersigni, dal fratello Walter, candidato col Pdl alle ultime regionali, e dall’assessore Agostino Di Pucchio. Una presenza però che definirei anonima visto che nessuno, durante tutta la convention, ha avuto l’interesse di conoscere quale fosse il parere di Sora, nessuno ha interpellato il nostro sindaco, nessuno gli ha chiesto come stesse lavorando su e con una città che due anni fa gli ha concesso una grande fiducia eleggendolo sindaco. E’ significativo perché qui, in casa nostra, a Sora, sappiamo quali umori si alternino ormai da troppo tempo. Si va dalla indifferenza alla delusione più totale, un clima che un gruppo politico dirigenziale capace interpreterebbe da codice rosso. Ma a Sora questo presunto gruppo pare abbia perso il contatto con la realtà e non si renda conto che fine stia facendo il centrodestra e il Pdl a Sora! C’è apatia, sfiducia, sentimenti che significano soltanto perdita di consenso e di credibilità. Eppure ricordo che dodici anni fa l’amministrazione Ganino, della quale faceva parte anche Tersigni, fu eletta a grandissima maggioranza. Quei cinque anni che vennero furono amministrati però con incompetenza politica, cosa che fu sotto gli occhi di tutti. Nessuna progettualità per il futuro. Anzi, ne ricordo solo la demolizione del Capitol, soluzione preferita alla ristrutturazione che invece sarebbe stata più adatta alle nuove esigenze della città e la questione dell’ex Tomassi. Tutti abbiamo davanti gli occhi l’imponente struttura presso piazza Annunziata, è la ferita più grande per la nostra Sora. E poi proliferavano piaceri agli amici, un clientelismo sfacciato! Da quel quinquennio iniziò il declino della rappresentatività sui tavoli decisionali, a livello regionale e nazionale; così che con tutte le scelte sbagliate che furono fatte si è arrivati all’attuale stato di cose: il totale isolamento. A rimetterci, tutta Sora. Dopo quell’esperienza i sorani affezionati al centrodestra ripudiarono tutto ciò e alle elezioni del 2006, turandosi il naso, scelsero un’amministrazione di sinistra con a capo Casinelli. Era il loro modo di punire coloro che li avevano delusi. La sinistra ha amministrato senza lode, ma anche senza l’infamia dei cinque anni precedenti, anzi cercando di ridare un po’ di dignità alla macchina comunale. Allo scadere di questi altri cinque anni il popolo sorano si è di nuovo affidato al cuore, forse non rendendosi conto che sarebbe finito ancora una volta alle cure dei soliti personaggi (anzi stavolta ritrovandosi i Tersigni al quadrato!). Che la storia ora si ripeta? Gioisca la sinistra perché qualcuno gli sta facendo la campagna elettorale per le prossime amministrative e a catena anche per le prossime europee e eventuali politiche anticipate.
Durante la convention di venerdì, ascoltando i discorsi dei dirigenti provinciali e regionali del partito, mi sono chiesto: costoro hanno capito cosa sta accadendo a Sora? A quale rischio si stanno esponendo? E dove sta quel minimo di organizzazione del partito, esiste ancora? Ma quanto dovremo aspettare per ottenere quel riscatto e riavere finalmente quel prestigio che una città come Sora merita?
Alberto La Rocca