Riceviamo e pubblichiamo:
La più vasta e selvaggia area rimasta senza strade di tutta l’Italia centrale sta di nuovo per essere letteralmente sventrata dalla solita strada montana, un danno incredibile ad un’area di valore ambientale eccezionale per soddisfare gli interessi economici di una sola persona. La scusa sarebbe la presenza di 1.000 animali attualmente in monticazione , non in transumanza come ha scritto il Comune, che hanno bisogno di essere abbeverati a causa della mancanza d’acqua in quota.
Prima di tutto andrebbe valutato ai sensi di legge se un tale carico di bestiame sia consentibile su quei pascoli che infatti ad oggi, in concomitanza con una stagione di siccità, non offrono nemmeno piu erba da brucare, poi eventualmente spetterebbe all’allevatore riportare a valle le bestie e farsi carico del loro benessere, operazione che puo’ essere fatta in 24 ore . Invece cosi al danno già provocato all’ambiente si aggiunge la beffa della costruzione di una strada che in verità sembra essere il vero scopo di tutta questa faccenda…del resto a che fine sarebbe stato ristrutturato il Rifugio di Campo di Grano se non a quello di farlo diventare una struttura turistica comodamente raggiungibile su 4 ruote ….magari un bel B&B ??
Gli interventi proposti dal Comune vengono descritti come “ localizzati e di ridotta entità su strade comunali in massima parte già oggi percorribili da un mezzo agricolo”. La nostra conoscenza dei luoghi ci consente di affermare il contrario, si tratterebbe di APERTURA DI VERE E PROPRIE STRADE DI ACCESSO !
La Loc. Campo di Grano ad oggi è raggiungibile soltanto a piedi, attraverso un “normale” sentiero montano. E’ pur vero che troppo spesso s’incontrano moto da fuoristrada che salgono fino a quella località, ma ciò non toglie che questo avvenga su quei sentieri pedonali (e nella più completa illegalità) soltanto grazie alle peculiarità tecniche di quei mezzi. Ciò è dimostrato anche (ma non solo) dal fatto che fra gl’interventi previsti c’è anche la “sagomatura della roccia affiorante” vale a dire degli sbancamenti….
Tutte le zone interessate dai lavori, dalle quote più basse a quelle più elevate, sono frequentate da più individui di Orso bruno (Ursus arctos marsicanus), come si deduce dalle attività che lì si svolgono a cura della Direzione Ambiente della Regione Lazio e della sua Rete di monitoraggio . Omettiamo di ricordare quali siano gli innumerevoli impegni formalizzati dalla stessa Regione Lazio e dallo Stato in favore di questo prezioso animale, impegni presi nei confronti dei cittadini italiani e della Comunità europea, Comunità a cui denunceremo ogni alterazione dello stato dei luoghi e i danni che questo arrecherebbe alla conservazione di una specie in Direttva HABITAT.
Per concludere tutta la vasta area del Lacerno merita un regime di attenta protezione specialmente dalle infrastrutture impattanti la sua naturalità tra cui anche un’idea circolata ultimamente di una captazione idrica ad uso idroelettrico del torrento omonimo.
Le associazioni ambientaliste, quelle venatorie, il CAI Laziale e di Frosinone , i semplici cittadini di Sora, di Pescosolido , dei paesi della Val Comino e di tutto questo bellissimo territorio della provincia di Frosinone sono chiamati a schierarsi a difesa di un bene comune e contro gli appetiti di qualche privato !
SALVIAMO L’ORSO Onlus
Associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano