Comunicati Stampa CRONACA

CAPITOZZATURA DI ALBERI – IL PROF.SANTULLI: “PROCEDURA CRIMINALE”

Dal Prof.Michele Santulli, riceviamo e pubblichiamo:

È quel procedimento di taglio per cui di un albero si decide di conservare solamente il tronco e di privarlo di tutta la ramificazione, quindi di queste creature una volta sfolgoranti di verde e di maestosità, abitazione di uccelli e di altre specie, resta solo lo scheletro: gli autori o gli esecutori ritengono – il più delle volte eseguono senza rendersi conto – che tale operazione possa essere di giovamento alla vita dell’albero così martirizzato: una potatura professionale mai perviene alla capitozzatura. E’ certo che in Ciociaria, soprattutto nel frusinate, tale procedura di ‘salvaguardia’ del patrimonio arboreo è incredibilmente diffusa e praticata, basta guardarsi in giro, un po’ dovunque: curiosamente gli alberi più assoggettati a queste procedure criminali cui si assiste nella completa indifferenza della popolazione e dei controllori, sono in prevalenza quelli di una certa età e quasi sempre secolari. Lo spettacolo ormai è consueto.  Ma è anche certo che se vai in Francia  o in Germania o in Svizzera non vedrai mai un tiglio secolare barbaramente mutilato  o perfino una quercia: potato sì, professionalmente e se del caso anche energicamente, ma mai capitozzato. A Sora nella rotonda di Carnello stanno lavorando per la realizzazione di una stazione di servizio (l’Italia è il paese col più alto numero di stazioni di servizio in Europa Occidentale): qui in un angolo si levava un gruppo di antiche querce: l’anno scorso tre di esse di  circa tre metri di circonferenza sono state abbattute dal proprietario, il quale ha confessato la ammirevole impresa alla presenza di due vigilesse di Sora che nulla e niente hanno ritenuto di eccepire! I cosiddetti diritti di  proprietà  del singolo non prevalgono sul diritto generale, come in questi casi e come la Legge prevede.  Ora a una quercia rimasta in piedi lo stesso proprietario ha eliminato la chioma cioè è stata quasi capitozzata: si vada a vedere lo spettacolo, sembra un cristo  in croce:  sarà l’unica quercia nel mondo civile, questa di Sora, ad aver subito tale atroce mutilazione. L’aspetto che deve spaventare tutti è il fatto che l’autore del duplice misfatto è ancora a piede libero, a significare che due sindaci che si sono succeduti nulla e niente hanno visto o nulla e niente è stato loro comunicato. Si dirà che hanno già tanto da fare, questi poveri sindaci, che non possono preoccuparsi degli alberi, come se una quercia secolare fosse meno importante di una buca della strada o della  lampadina di un ufficio: disgraziatamente si dimentica o è comodo  dimenticare, che gli alberi sono come l’acqua, come l’aria,  con quello che consegue: e non è affatto scontato  che tali esistenziali elementi  siano disponibili a prescindere, come ben si comincia tragicamente a sperimentare….  Ed è questa assenza quasi totale di partecipazione e di coinvolgimento da parte della collettività che provoca che ancora oggi così facilmente e anche impunemente, si perpetrino abusi e ferocie. A Sora, come ricordato in altra nota, nel parco a Piazza Savona si osserva  che  le inferriate sono state messe in opera in modo tale che, col tempo, si sono conficcate nelle antiche piante, sfregiandole e deturpandole: i platani stanno sviluppandosi con le inferriate penetrate lungo una parte del tronco! Uno spettacolo che solamente in una società di barbari e di trogloditi ci si sarebbe potuto aspettare: animali e piante non sono degni di alcuna attenzione e riguardo, quindi possono essere fatti segno e oggetto anche della massima ferocia e perversione: deve spaventare che i cittadini che affollano il bel parco ogni giorno ma principalmente studenti e scolari e giovani, non abbiano visto e continuino a non vedere nulla!  E a Isola del Liri? Si è verificato mesi addietro l’episodio si può esser certi unico al mondo civile che la dis-amministrazione comunale -chissà per quale recondita finalità…-  ha abbattuto dodici nobili tigli secolari di almeno tre metri di circonferenza, un patrimonio impagabile, e la strage, a mio avviso delinquenziale, sarebbe stata totale se qualche membro del Consiglio Comunale non avesse contestato e qualche cittadino vero non si fosse legato ad un albero! Si osservi ora lo spettacolo per il quale non ci sono aggettivazioni in quanto come detto prima, spettacolo eccezionale unico al mondo: i restanti tigli sono stati capitozzati con l’intendimento di abbatterli quindi quelle splendide chiome una volta spettacolo consueto della città per anni e anni, sono scomparse per sempre: mai più, ammesso che sopravviveranno allo scempio perpetrato, i tigli riacquisteranno le loro chiome e i loro rami o daranno il loro profumo! Deve anche ora spaventare il fatto che i cittadini o una delle tante associazioni locali o gli studenti e i giovani non abbiano chiamato l’amministrazione a rispondere di tale misfatto a danno perpetuo della comunità e dell’ambiente e della vivibilità dignitosa, e a pagarne le conseguenze. Episodi di capitozzatura analoga ordinati e voluti questa volta dall’Amministrazione Provinciale si sono verificati ai poveri platani rimasti in piedi  nella strada Ponte Melfa-Casalvieri ad Atina qualche tempo addietro; capitozzature non so se dietro merito del Comune  o della Provincia, si rilevano anche ad antichi alberi di Arpino. Ultimamente lungo la Casilina a Ceprano  si è registrato un episodio simile. Tale tratto di strada tra Arce e Ceprano una volta rigoglioso della presenza di querce secolari maestose come quello tra Arce ed Aquino e Cassino ora ha dato libero spazio a cementificazione di ogni genere e le antiche querce sono quasi tutte eliminate: tra breve i giovani non sapranno più sperimentare la visione di una antica pianta di alto fusto!