Nella giornata del 6 giugno si è tenuto nella sala Consiliare del Comune di Sora un’incontro con Giuliano Montaldo,presidente dell’Accademia Cinematografica Italiana,il quale ha onorato della sua presenza alcuni ragazzi del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci e molti altri che sono venuti ad ascoltare le sue parole. Il suo arrivo è stato pensato da una delle classi di questo istituto che ha idealizzato e sviluppato un progetto che prende il nome di “Back to dream”,il quale,come già anticipato dal nome stesso del progetto,riguarda il sogno dei Dream Warriors di far tornare il cinema italiano al suo splendore,paragonandolo tra ieri e oggi,
Sono state molte le richieste fatte a Montaldo,suggerimenti che i giovani volevano dal loro attuale idolo e ne abbiamo raccolte alcune delle più importanti.
“Come ha iniziato la sua carriera nel cinema italiano?”
Ho passato 67 anni nel cinema,i quali possono essere organizzati a puntate. Ho iniziato quando avevo 20 anni,esibendomi da Giggione in un teatro di Genova nonostante ci fosse la guerra. Ricordo che ci furono problemi per il film che stavamo preparando,ma i genovesi si impuntarono e realizzammo la nostra opera. L’importante nel cinema è la voglia di fare,quella non dovete abbandonarla mai,non bisogna abbattersi né mollare,ma continuare a sognare in grande.
“Quali sono,secondo lei,le differenza tra il cinema italiano del primo dopo guerra e quelli di oggi? Quali sono le analogie e le differenze?”
Ricordo quando esplose la televisione,fu un evento davvero importante e memorabile,ma c’era una sola televisione per famiglia,non tre o quattro come accade ora. Sinceramente sono un po’ allergico alle multisale,prima ce n’era solamente una e si andava al cinema per ottenere della cultura in più,era tutto un altro mondo. Adesso si vanno a vedere film solamente per passare il tempo con i propri amici o il proprio fidanzato,non hanno più la stessa importanza che avevano prima. Un fattore che sicuramente ha demolito il cinema sono le pubblicità,che sono solamente un mezzo inutile che interrompe le emozioni che il film ci fa provare e ci fa quindi perdere concentrazione e interesse in quello che stiamo vedendo. Una svolta che c’è stata da allora ad oggi,invece,grazie a noi italiani,è stata l’alta definizione: siamo stati i primi ad effettuare questo esperimento.
“Cosa ha rappresentato per lei il grande regista sorano Vittorio De Sica?”
Incontrarlo per me è stata una forte emozione e mi ha un po’ trascinato come attore. Non dobbiamo dimenticare che lui è stato il primo attore italiano al mondo a ricevere l’Oscar per uno dei suoi film: sicuramente non è stato neanche facile per lui recitare vicino ad un grande come Visconti,ma ce l’ha fatto. Del resto questo tipo di lavoro,come ogni altro,è un posto per diventare grandi e crescere anche interiormente.
“Rossellini ha detto che il cinema deve servire a qualcosa e Pontecorvo che il cinema serve a capire di più la vita e a viverla meglio. Secondo lei,a che cosa serve il cinema?”
Sono d’accordo con entrambi questi personaggi,il cinema deve servire a queste cose e anche a molte altre. I film hanno la funzione di immagazzinare,a cosa servono i computer di oggi pieni di informazioni se poi abbiamo le teste vuote? Credo inoltre che fondamentale per il cinema è l’incontro tra le generazioni: incontrare persone con dell’esperienza sulle spalle è importante per capire il passato e viceversa voi ragazzi avete molta roba dentro che non deve essere sprecata né sottovalutata. Continuate a sognare ragazzi.
Testo: Chiara Serafini
Foto: Leonardo Perruzza