Dal Prof.Michele Santulli, riceviamo e pubblichiamo:
Il 23 venerdì si apre al pubblico a Copenhagen, come abbiamo già avuto modo di informare, una esposizione d’arte dei dipinti che alcuni, oggi famosi e celebri, artisti danesi e norvegesi realizzarono a Sora e dintorni e a Civita d’Antino negli anni intorno al 1880. Fu una parentesi speciale per queste località che per circa sette-otto anni, Sora e ancora di più Civita d’Antino, vissero sul loro suolo la presenza di giovani artisti per i quali tale soggiorno rappresentò una nicchia indimenticabile nelle rispettive esistenze. Erano letteralmente fuggiti da Roma a quell’epoca particolarmente invivibile a causa di frequenti inondazioni del Tevere, per la presenza della malaria e di epidemie coleriche e soprattutto a causa dei sovvertimenti e capovolgimenti urbanistici e della distruzione dell’antico contesto che stavano mutando la fisionomia della Città Eterna; a Sora e a Civita d’Antino, invece, questi artisti trovarono la luce, un paesaggio incontaminato, una natura lussureggiante, profumi e odori mai conosciuti e, spesso evidenziato nella loro corrispondenza, una umanità affabile e disponibile con quelle loro vestiture sfolgoranti di colori e con quelle singolari calzature ai piedi. E a Sora e a Valleroveto e a Civita d’Antino realizzarono centinaia di opere, molte delle quali oggi costituiscono il nucleo più qualificato nei numerosi musei sia danesi sia norvegesi: anzi si può perfino sostenere che specie i musei di Copenhagen sono un inno al personaggio in costume ciociaro come incontrato a Roma e in queste località!
Ricordare, poi, che a Sora e in tutta la Ciociaria di tali opere presenti non solo in Scandinavia ma nei musei e gallerie di quasi tutto il pianeta, non se ne trova nemmeno una, non si fa che confermare e ribadire il ruolo sotto questi aspetti pernicioso e infamante giuocato sia dalle pubbliche istituzioni sia dai cosiddetti uomini politici, ovviamente con il benestare e compiacenza della popolazione. La mostra danese sarà inaugurata dal primo ministro del Paese, a testimolnianza del significato della iniziativa artistica: un importante catalogo è stato messo in circolazione che contiene le immagini di gran parte delle opere dipinte.
Di questi artisti particolare memoria è conservata nei luoghi: di Christian Meyer Ross (1843-1905), norvegese, a Sora per molti anni, ben inserito nell’ambiente e del quale è conservato un grande quadro a forma di trittico destinato al civico ospedale e a suo tempo una importante piazza cittadina fu dedicata al suo nome; Civita d’Antino invece fu luogo di soggiorno per venti anni di Kristian Zahrtmann (1843-1917) che molto amò e fece conoscere il paesino annidato a mille metri di altezza, la sua luce, le sue montagne… e il suo vino.
E’ motivo di sorpresa a dir poco costatare che in questi giorni nella stampa e nei media nostrani non si legga un comunicato o una notizia da parte delle pubbliche istituzioni comunali, provinciali e regionali con riferimento alla iniziativa significativa di Copenhagen!
Peccato che a Copenhagen si espongano opere d’arte e non prosciuttelli e pecorino e salsicce.