Passato il fiume,
lasciato il cuore antico,
Sfiliamo tra le case
E i minimi giardini del suburbio.
La primavera è giá nell’aria,
Straripa una radiosità crescente.
Siamo vivi, svegli, invasi
Da immagini e riflessi,
Tempestati da innumeri
Lapilli del presente.
Siamo anche stranamente calmi,
Ci sentiamo facili, sicuri,
Infilati in una setosa manica
Di tempo già vissuto
E per questo più vivente, lieti
Di lei, da lei molto protetti.
O esistenza
Quando un attimo t’illumina
Tutta dal principio
E ti assolve
Dal male il tuo sorriso
E tu trovi in te stessa il perdono.
Il tuo perdono, il tuo paradiso.
( di Mario Luzi)