Di seguito il resoconto, firmato da Carla Cristini, della presentazione di ‘Pastorale Digitale 2.0’, il libro scritto da Riccardo Petricca.
Una esplosione di fede e di sentita adesione alla Chiesa. Oltre 70 membri di cui numerosi professionisti: questa è la Pastorale Digitale raccontata dal suo ideatore, che ha voluto imprimere sulla carta l’esperienza di un sogno condiviso e divenuto progetto, e poi realtà. Una realtà forse lontana da ogni aspettativa, che ha inconsciamente messo in risalto un nuovo ruolo all’interno della attività pastorale di una Chiesa in cammino nel XXI secolo, dove la tecnologia ha assunto proporzioni ed importanza enormi: il ruolo di animatore della cultura e della comunicazione. E nel pomeriggio del 21 febbraio, in una gremitissima sala San Tommaso d’Aquino, la presentazione del libro Pastorale Digitale 2.0, dell’ing. Riccardo Petricca, ideatore del progetto.
A presentare l’evento, la dott.ssa Ilaria Paolisso, che ha moderato gli interventi degli ospiti intervenuti a dare il loro prezioso contributo per presentare il lavoro e non solo. La presenza del coro polifonico Voci sparse diretto dal M° Giacomo Cellucci, accompagnato al piano dal M° Piercarlo Gugliotta ha impreziosito la serata con degli intervalli musicali a partire dalla introduzione, con il brano Francesco vai, richiamo al capitolo introduttivo del libro.
Dopo i saluti di don William Di Cicco, rettore del Seminario diocesano, e del sindaco di Sora, dott. Ernesto Tersigni, ha preso la parola don Alessandro Rea, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, che ha focalizzato il suo intervento sul lavoro degli operatori della Pastorale Digitale, che partono dai punti salienti della storia ed espongono la notizia secondo assoluta verità. La stampa, i media in generale, tendono ad avere il possesso delle menti, mentre «noi cerchiamo di restituire la verità della nostra esperienza, piccola o grande che sia», riuscendo a cogliere la reale dimensione di ciò che è la fede, proponendo le good news, le buone notizie, di una Chiesa che va verso tutti, vicini e lontani: chi guarda si riempie gli occhi e quindi il cuore della grandezza di Dio.
L’intervento del vescovo Gerardo Antonazzo, ha curato la postfazione del libro, a cui rimanda per una rilettura approfondita che apra l’orizzonte su alcuni spunti di riflessione. «La genesi di questo processo comunicativo sta nell’idea ispiratrice che raccorda il discorso di Pastorale Digitale con il magistero della Chiesa. L’idea ispiratrice è soprattutto la Dei Verbum, testo conciliare in cui si parla della rivelazione di Dio ed è qui che si ritrova il significato della Pastorale Digitale come strumento di comunicazione: essa rientra nella dimensione della rivelazione di sé da parte di Dio. Qui è la Chiesa diocesana che rivela se stessa e rende gli altri partecipi, non informati, per raggiungere lo scopo ultimo della comunicazione interpersonale con cui condividere la propria esperienza». E la Chiesa, con la parola e il digitale, crea ponti ed arricchisce la società.
La prof.ssa Adriana Letta, direttore aggiunto dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali, nel suo intervento ha messo il risalto come l’esperienza digitale che si sta vivendo ponga la nostra diocesi all’avanguardia tra tutte le realtà italiane. Ha poi soffermato l’analisi sull’attenzione posta dalla Chiesa verso i nuovi media e sugli studi che sono stati compiuti su questi argomenti. «Noi cosa comunichiamo? Cosa riceviamo? Da ciascuno di noi dipende l’immettere positività o negatività. Questo implica una grande responsabilità e una corresponsabilità: la missione costitutiva della Chiesa è l’annuncio del Vangelo, e la rete permette di arrivare a tutti».
Un ulteriore contributo alla serata è arrivato dal dott. Fortunato Ammendolia, componente del COP, Centro di Orientamento Pastorale. Il dott. Ammendolia ha ricostruito i frammenti di quanto esposto dagli altri relatori per fornire una lettura diversa del testo ed ha poi presentato alla platea l’Anicec.it, un corso di alta formazione online per Animatori della Comunicazione e della Cultura, figure nuove, di aiuto alla pastorale che si prende cura dell’uomo. Il passaggio da comunicazione a missione è fondamentale. La presentazione del testo diventa occasione per far emergere questa nuova figura dell’animatore della cultura, presente nel libro fin dall’inizio, ma mai menzionata. «A quanti sono impegnati nella Pastorale Digitale chiedo di guardare all’apostolo Paolo nell’areopago di Atene, considerato il primo comunicatore della fede. Quei tre giovani, Riccardo, Piercarlo, Alberto, non furono capiti, ma l’apparente fallimento si rivelò un incontro profetico», ha concluso il dott. Ammendolia.
A chiusura del convegno, non potevano mancare i ringraziamenti dell’Autore del libro, l’ing. Petricca, per tutti semplicemente Riccardo, agli intervenuti, al Vescovo, a tutti i volontari, alla sua famiglia e ai suoi affetti, al giovanissimo Francesco Evangelisti, che ha creato una App con un progetto scolastico disponibile sul sito diocesano. E il grazie di tutto il team a Riccardo, consapevole di aver tradotto un sogno che è diventato una realtà così articolata e radicata che non possono non tornare alla mente le parole di mons. Antonazzo, quando poco più di un anno fa diceva… «ho un po’ paura, perché non so davvero fin dove potrà arrivare questa Pastorale Digitale!».