A seguito delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, appartenente al clan dei Casalesi, in cui è emerso che il Basso Lazio e nello specifico la provincia di Frosinone sarebbero stati luogo di sversamento di rifiuti nocivi smaltiti in maniera illegale dal Clan Bardellino, ad oggi la città di Sora, già in allarme a causa dell’inquinamento dell’aria dovuto alla presenza di micropolveri sottili PM2.5 e PM 10, è ancora oggetto di indagine per quanto concerne l’inquinamento ambientale; nello specifico, parliamo di via Tofaro.
Dopo una serie di sollecitazioni da parte del Movimento 5 Stelle Meetup Sora, cittadini ed altre forze politiche di opposizione, il 30 ottobre 2013 il Sindaco Ernesto Tersigni, attraverso la pagina istituzionale del Comune di Sora, annunciò pubblicamente la richiesta di uno screening sulle cause di morte degli ultimi 10 anni, richiesto al Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, ASL.
Ad oggi, di questo rapporto, secondo quanto confermato anche dal Primo Cittadino, non vi è alcuna traccia. E’ forse necessario ricordare quando, nella fine di Luglio 2014, in via preventiva, il Comune di Sora vietò l’utilizzo dell’acqua in Via Tofaro; divieto poi prontamente rimosso da Acea Ato 5 in quanto dichiarò che la stessa, congiuntamente all’Arpa Lazio, aveva eseguito campionamenti specifici lungo la linea acquedottistica fino al punto di consegna delle acque agli utenti interessati dalla problematica. I risultati analitici evidenziarono la conformità delle acque erogate ai limiti dettati dalla Normativa Vigente.
Dati sicuramente in contrasto con quelli pubblicati nel Gennaio e Febbraio 2014 da ARPA LAZIO, in cui venivano indicate sostanze inquinanti nell’acqua. Nella lunga querelle che ha visto protagoniste alcune forze di opposizione nella città di Sora e gli amministratori locali, accusati di intervenire in maniera inadeguata davanti a questa problematica, fu netta la posizione di Natalino Coletta, il quale, nel tempo, ha sempre richiesto l’applicazione di tecnologie geo-rardar. Il 18 Giugno 2015, attraverso un comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Sora a firma del Vice Sindaco Petricca, vengono citati dei risultati di alcune analisi dell’Arpa su diversi terreni, sempre in località Tofaro, in cui è stata riscontrata, in due casi isolati, la presenza di rame e mercurio. Nello stesso comunicato, oltre a dichiarare che da controlli effettuati dall’Arpa su pozzi ed utenze di abitazioni, su richiesta del Comune di Sora e della Procura della Repubblica di Cassino, non è emerso alcun fattore inquinante nelle acque di via Tofaro, il Vice Sindaco anticipò dei controlli su richiesta del Comune di un geologo, il quale suggerì al posto dei carotaggi e del georadar, come più volte richiesto da Natalino Coletta, di realizzare degli scavi definiti “trincee” per consentire di prelevare campioni ad una profondità di 4 mt. In conclusione del comunicato, Petricca dichiarò che, allo stato attuale delle cose, Tofaro non è una zona inquinata. Ma questa dichiarazione sembra essere contraddetta dal comunicato del 27 Luglio 2015 in cui, dopo aver accolto le richieste del Movimento 5 Stelle, in merito all’estensione dell’area e del numero di campioni da prelevare con la tecnica del carotaggio il Vice Sindaco Petricca annuncia pubblicamente la richiesta di una serie di carotaggi che permetteranno all’ A.R.P.A. di prelevare ed analizzare il terreno fino ad una profondità di 4 metri.
Raggiunto telefonicamente per sapere se tali risultati fossero pervenuti al Comune di Sora, il Vice Sindaco Petricca ha dichiarato che il Comune di Sora è ancora in attesa dei risultati.
La domanda, allora, è: possiamo dormire a sonni tranquilli?
Alessio Donfrancesco