Ora che i giochi per le candidature alle prossime elezioni regionali sono praticamente fatti, è possibile fare luce su alcuni punti e retroscena che avevano dato vita a trattative risoltesi poi in un nulla di fatto. A questo proposito, abbiamo voluto ascoltare il parere di Alberto La Rocca, che nei giorni immediatamente precedenti alle scelte definitive, era stato considerato come uno dei nomi caldi per un candidatura condivisa da tutto il centrodestra sorano. “Vorrei precisare che io non ho mai preteso di essere candidato, anzi. Il mio nome è stato fatto da altri e da quel momento si è tentato di portare avanti un discorso unitario che, purtroppo, è naufragato”. Queste le parole di La Rocca, che alla nostra domanda di ricostruire velocemente i fatti degli ultimi giorni, risponde così:“Dopo le elezioni amministrative del 2011, l’area di centrodestra di Sora ne è uscita profondamente divisa. In questi mesi, dunque, ho spesso cercato di ricucire questo strappo, con il solo obiettivo di dare a Sora una classe politica più matura e coesa e senza ambizioni di tipo personale. Proprio da qui, a seguito di una conversazione con lo stesso sindaco di Sora avvenuta alla fine della scorsa settimana, nella quale ci si era detti consapevoli di questa necessità, mi era stato detto che sul mio nome sarebbe potuta nascere una importante convergenza di consensi. La storia è iniziata così”. Alberto La Rocca prosegue nel suo racconto di queste convulse giornate, specificando che “dopo il colloquio con il sindaco Tersigni, avendo concretamente intravisto la possibilità di una fruttuosa ‘pacificazione’, ho voluto condividere le nostre conclusioni con Enzo Di Stefano, che, avendo compreso la grande possibilità che si stava delineando, ha pubblicamente affermato di fare un passo indietro per favorire questa soluzione. Un progetto che, con ogni probabilità, avrebbe generato la quasi certa elezione di un consigliere regionale sorano che avrebbe garantito tutela e rappresentatività a questo territorio così gravato dalla crisi socio-economica”. Tutto sembrava pronto, quindi, per una svolta quasi storica. E poi cosa è accaduto?“Questo vorrei saperlo anch’io! – dice La Rocca – visto che proprio quando sembravamo sul punto di raggiungere un accordo che avrebbe fatto solo il bene della Città, mi sono ritrovato di fronte alla retromarcia dell’amministrazione comunale. Una retromarcia che, a dire il vero, fatico a comprendere, anche perché la mia e quella del gruppo cui faccio riferimento era una disponibilità seria, sincera e praticamente senza condizioni. In sostanza, eravamo pronti a ragionare su ogni possibile scenario. Come sia andata a finire questa storia ormai lo sapete”. Si, con la candidatura a consigliere regionale di Valter Tersigni, consigliere comunale e fratello del sindaco, nella lista del Pdl. “Una scelta, lecita per carità, che però non riflette la volontà di trovare un punto di incontro e che è figlia di quelle divisioni che si volevano ricomporre. Hanno voluto imporre la loro visione: padroni di farlo, ma qualche passo in più verso un sereno confronto sarebbe stato apprezzato maggiormente, soprattutto dalla Città. Per non parlare, poi, dei concorrenti interni a quella stessa lista, ad esempio Antonello Iannarilli, Mario Abbruzzese (che già nel 2010 ebbe modo di gradire un regalo elettorale tutto sorano confezionato dalla famiglia Tersigni) e Annalisa D’Aguanno, che faccio fatica ad immaginare sconfitti. Peccato. Peccato davvero”. È rimasto deluso? “Si, ma non certo per me! Ripeto: il fatto che sia uscito fuori il mio nome è del tutto secondario e, da un punto di vista strettamente personale, era forse l’ultima cosa che volevo: si è trattato di una proposta precisa avanzata da Ernesto Tersigni, il quale aveva anche garantito che si sarebbe creata la giusta convergenza. Inoltre, non era obbligatorio proseguire le trattative sul mio nome, perché era sempre possibile designare un altro candidato al di sopra delle parti che avrebbe potuto far convergere le due anime del centrodestra Sorano. Sono dispiaciuto, invece, per Sora.Sono rammaricato perché è stata gettata a mare un’opportunità di visibilità e rappresentativitàconcreta per i cittadini; perché si è deliberatamente scelto di fare l’ennesimo scellerato favore agli esterni, esprimendo una candidatura che, sostanzialmente, diventa funzionale solo al raggiungimento del quorum di lista”. E adesso che succede? “Naturalmente spero che, in modo o nell’altro, Sora possa aver spazio nella nuova Regione, ma, visto il metodo utilizzato fino ad ora, mi riesce difficile crederlo. Ancora una volta si è data la precedenza alle ambizioni personali anziché alla Città. Pazienza. A questo punto noi, con un impegno sempre più attivo, continueremo a lavorare per creare un’alternativa seria e credibile per il bene di Sora”.