Lo sapevate che fu a causa del tradimento di un sorano disertore che i romani riuscirono ad assediare Sora?
Il suo nome era Druido e fu grazie a lui che i romani, in una notte di plenilunio del 343 a.C., riuscirono ad entrare nella città di Sora. Secondo Tito Livio, i Romani posero l’assedio a Sora per vendicare i soldati della guarnigione fatti a pezzi nella ribellione dell’anno precedente. La vittoria però, sembrava lontana per la difficile posizione naturale della città, che non permetteva di trovare un sistema per espugnarla. Ma il disertore Druido uscì di nascosto dalla città e, arrivato fino ai posti di guardia romani, si fece immediatamente portare al cospetto dei consoli, Caio Sulpicio e Marco Petelio, ai quali promise di consegnare la sua città nelle loro mani.
Il sorano traditore convinse i Romani a spostare di sei miglia dalla città l’accampamento. Lui stesso, poi, nel corso della notte successiva, portò con sé dieci soldati romani sulla rocca e indicò loro un passaggio segreto sulla “Rava rossa”. “Basterebbero anche solo tre uomini armati per impedire la salita all’esercito più massiccio: voi siete in dieci e – ciò che più conta – siete Romani, e tra i Romani siete anche i guerrieri più forti. Dalla vostra parte, avrete la posizione e la notte, che nell’incertezza fa apparire più grosso qualunque pericolo a chi già sia spaventato. Io adesso farò in modo di seminare il panico ovunque: voi limitatevi a tenere saldamente la rocca”.
Detto questo, si lanciò giù di corsa, gridando con quanta più voce aveva dentro: “Allarmi! Cittadini, aiuto, la rocca è in mano ai nemici! Presto, correte a difenderla!”. Così gridava di fronte alle dimore dei capi, a chi incontrava e alla gente che si riversava terrorizzata nelle strade. Per tutta la città si diffuse il panico. Attirato dalle grida, il contingente romano irruppe attraverso uno degli ingressi, massacrando la gente che correva terrorizzata per le strade. Durante quella notte, il sangue di centinaia di persone, uccise nel sonno, arrossò le acque del Liri. I restanti cittadini furono catturati e 225 di essi, ritenuti responsabili della ribellione, furono portati incatenati a Roma e decapitati nel foro .