Se una pioggia ci mette in ginocchio…
Scrosciante, abbondante, incessante, devastante. Ma pur sempre una pioggia.
Se una pioggia ci mette in ginocchio, qualcuno ha perso d’occhio la situazione. Non oggi, non ieri, ma nelle settimane e nei mesi addietro. Si chiama prevenzione, si chiama tutela del territorio, si chiama manutenzione e consiste in azioni semplici, ma pur sempre irrinunciabili per non dovere poi pagare danni che vengono a costare più di quanto non sarebbe costato operare anticipatamente.
Pulizia dei tombini, canali, dei fossi di scolo, degli argini, dei margini, del letto del fiume.
Nel momento dell’emergenza, questa la si affronta e ci mancherebbe altro! Tutti a dire: ‘non è il momento delle polemiche’. Ed infatti no. Né si tratta di essere ambientalisti d’avanguardia o votare ‘verde’.
Si chiama coscienza civile, vive e si riproduce ininterrottamente – quindi soprattutto prima, ma anche durante e si spera dopo l’emergenza – tra chi ha consapevolezza di ruolo e responsabilità istituzionali. Magari, se una pioggia ci mette in ginocchio, mancano l’una e l’altra, sia che si debba agire direttamente, sia che si debba chiamare in causa gli enti di competenza.
Fa gola ricoprire incarichi, accaparrarsi deleghe e poltrone, farsi finanche fotografare a cena di qua e di là, presenziare manifestazioni, distribuire strette di mano, partire per viaggi di rappresentanza.
Ma se una pioggia ci mette in ginocchio…