Il 30 Aprile del 1987 moriva la “Penna ‘e Sora”: Riccardo Gulia. Insieme alla sua insuperata produzione poetica, Gulia rimane uno dei simboli incontrastati di Sora. I suoi versi dialettali, sempre pungenti e metricamente ineccepibili, hanno abbracciato tutto il complesso universo della vita cittadina e di tanti personaggi che ne animavano le strade.
“Forse non tutti sanno – ci racconta il Prof. Luigi Gulia, suo nipote – che Riccardo Gulia coltivava una vera e propria passione per la bicicletta. Non si separava mai dalla sua adorata due ruote, che utilizzava per ogni genere di spostamento. Non riuscì mai a ‘digerire’ il vorticoso aumento di automobili nelle strade di Sora. Non sarebbe male se, oggi, qualcuno provasse a riscoprire questo modo di circolare in città: il fisico e l’ambiente ne trarrebbero giovamento”.
Per una curiosa coincidenza, inoltre, proprio oggi si celebra il ritorno a ‘Casa’ della Madonna delle Grazie, dopo che il terremoto del 2013 danneggiò pesantemente la chiesa posta sulla collina che domina Sora. “Fu lui – continua Luigi Gulia – a scrivere nel 1976 quel verso che oggi leggiamo nella locandina che annuncia il restauro della chiesa: “…’sta Mamma nostra, p’ogne pena, de Grazie ne fa tante e a mane chiéna…”. Oggi sarebbe stato senz’altro in prima fila”.
Anche a noi piace pensare che Riccardo Gulia, insieme ai tanti sorani che non ci sono più e che hanno vissuto all’ombra della Madonna delle Grazie, stasera festeggeranno questo grande ritorno.