Scaramucce a distanza tra il Primo cittadino Ernesto Tersigni ed il già Sindaco Enzo Di Stefano. Quest'ultimo, alcuni giorni fa, aveva espresso un giudizio negativo nei confronti dell'amministrazione comunale in carica; alle sue parole, aveva fatto seguito la replica di Tersigni. Ora, la contro-replica di Di Stefano. Sembra proprio di cominciare ad annusare l'aria delle elezioni, che, comunque, per Sora, sono fissate – a meno di sorprese di sorta – per il 2016.
Il sindaco Ernesto Tersigni, nel disperato tentativo di difendere l’indifendibile, dimostra ancora una volta di non avere chiara cognizione del ruolo che riveste e delle responsabilità che è chiamato ad assumersi. Non c’è niente di più dannoso di un generale che, nonostante le sue truppe siano allo sbaraglio, è ancora convinto di vincere la battaglia. La sua decisione di rispondere alle mie dichiarazioni, rilasciate da semplice cittadino preoccupato per l’immobilismo della sua compagine di governo, ne è la prova lampante.
Affermare che il sottoscritto tragga gioia dal fatto che le cose vadano male, inoltre, lo ritengo indegno e profondamente offensivo nei miei confronti. Dichiarazioni inaccettabili soprattutto se fatte da chi è al governo di questa città da più di tre anni e non ha fatto nulla. Del resto, è la stessa maggioranza dei sorani che lo dice. Non solo, il sindaco continua anche a fare riferimento al mio periodo di presidenza Ater, durante il quale avevo gettato le basi per diverse progettualità a favore di Sora, molte delle quali giunte fino in fondo: se alcune non si sono concretizzate, ciò è dovuto esclusivamente alla caduta della giunta regionale, che ha determinato il prematuro scadere del mio incarico.
Tersigni, invece, ha fallito miseramente: basta andarsi a rileggere tutte le promesse che aveva fatto ai sorani per capire che il suo percorso, poggiato su una maggioranza inadeguata e perennemente spaccata, non ha dato mai l’impressione di potersi concludere positivamente. Ma ci sarà tempo e modo per discuterne, serenamente e senza rischiare figuracce come nel caso del centro ‘Serapide’, per il quale il sindaco, se vuole un colpevole da dare in pasto alla gente, farebbe bene a cambiare indirizzo: il progetto era ben congegnato e con basi solide, il problema è di chi, come lui, non ha minimamente saputo gestirlo in quasi 15 anni (io sono stato sindaco fino al maggio del 2000, mentre lui è ininterrottamente presente in Comune, con diversi ruoli, dal 2001!)
Perciò farebbe bene, il sindaco di Sora, a prendere coscienza di quanto non fatto in questi tre anni e più: ridursi a dare le colpe al passato è davvero quanto di più incredibile si possa fare nel tentativo di schivare le inevitabili conseguenze del proprio crack.