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PERSONALE DI MORGANA SERAFINI AL MUSEO CIVICO “VALLE DEL LIRI”.

In riferimento alla PERSONALE di MORGANA SERAFINI al MUSEO CIVICO DI SORA, pubblichiamo di seguito la critica del Prof. MICHELE ROSA

Ogni opera pittorica di SERAFINI rivela la certezza dei mezzi, l’acume estremo della composizione infallibile nell’equilibrio e nei rapporti.

         Le qualità nel livello costante della resa sono l’amore, la pazienza, la volontà. Biografia ed opere si si confondono entrambe, sono in clima d’irrealtà e fantasia con venature di leggenda e di miti. Per capire la sua pittura è bene ridursi alla sua semplicità e scambiare come ricordi dei suoi sogni.

Serafini perviene alla pittura dalle sue personali considerazioni e dal suo miracoloso dono di tecnica descrittiva e simbolista, di forme assurde tratte da potente impressione.

         Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Sora.

         Pensa costantemente alla pittura, a ciò che sogna di dipingere per annotare, appuntare i ricordi visivi da sveglia o in sogno in una luce capace d’illuminare volti e personaggi surreali. Esce dagli intuiti e dalle imitazioni con istinto raffinato e ironico dalla rigorosa affermazione del fantastico sul reale, dal realismo magico al surrealismo. Nella sua vita incantata indica la necessita di soffrire per l’arte e lavorare per ricercare in essa una strada, all’opposto del facilismo.

         Opera con la mente d’impulso, ha capito che nell’arte tutto è permesso, ciascuna cosa concorre  alla sincera espressione di uno stato d’animo. Confermandosi alle più avanzate opere contemporanee vuole espelle dall’arte ogni elemento razionale, per abbandonarsi all’esaltazione lirica.

         Sono immagini e colori che emanano poesia, sprigionata dalla sua forza e dal suo buon diritto di libera creatrice. Vive in un mondo strano, fantastico e reale ad un tempo, presente e lontano, vede personaggi, uomini e cose, una quantità di reminiscenze filosofiche, pittoriche, letterarie sotto angoli differenti; negli sfondi i fenomeni atmosferici, dove esiste qualcosa di invisibile: l’essenziale. La natura conserva sentimento e fantasia. Le composizioni sono determinate da emozioni, traccia le linee di forza della sua fantasia, l’irrazionale partecipa all’ordine del razionale e ritrova l’armonia. La pittrice SERAFINI non è il soggetto, né il mondo il suo oggetto, insieme formano qualcosa di completo e indissolubile. Nelle tele, uno sconfinamento oltre la coscienza individuale, verso le origini collettive impersonali della fantasia , la contraddizione e le incompatibilità si dissolvono per fare posto a una espressione fortissima. Il modello delle forme si trova inviato verso l’archetipo: è un universo magnetizzato e limpido.