Dal Comune di Sora riceviamo e pubblichiamo:
L’Associazione culturale sorana “L’Allegra Brigata” porta in scena mercoledì 30 luglio 2014, alle ore 21, una simpatica commedia dal titolo molto significativo “Che ‘na mano annanze e n’ata arrete” (Con una mano davanti e l’altra dietro). La commedia si terrà in piazza Mayer Ross in Sora.
Il titolo della commedia è una frase tipica del nostro dialetto e, in genere, la si usa per indicare le condizioni miserevoli di una o più persone.
Nella fattispecie, i poveri di turno sono un’ immaginaria famiglia sorana, la famiglia Persicone che soffocata dalle richieste dei creditori langue nella miseria più nera…
Il capo di casa, Franco Persicone, un ciabattino “filosofo”, crede di risolvere la grave situazione economica grazie all’aiuto di un suo zio carnale, un certo Virginio Persicone che ha lavorato per tanti anni in una fabbrica a Verona e che in una lettera si dice disposto a concedere “milioni milioni e milioni…”
Appresa la notizia, Donata e Gisella, rispettivamente madre e figlia di Franco, iniziano a sognare ad occhi aperti una vita nel lusso più sfrenato e prese dall’euforia tendono una mano anche a Sandro e Mariella, una coppia di coniugi nullatenenti.
Un bel giorno, però, arriva a casa Persicone, un esattore della banca, il quale è venuto per pignorare la casa… ma il resto della vicenda è meglio non svelarlo…
La compagnia teatrale, diretta dal regista Federico Mantova, scenderà in campo con la seguente formazione: Giorgio Bonomo (Franco Persicone), Carolina Natalizio (Donata, la moglie), Cadia Colucci (Gisella, la figlia), Vittorio Taglione (Sandro, il compare), Giovanna Caschera (Mariella, la comare), Federico Mantova (il macellaio), Massimiliano Mancini (il panettiere), Stefano Lucarelli (Esattore di banca), Remigio Tomolillo (Virginio Persicone, lo zio), Enzo La Posta (Un postino)
L’arredamento della scena è stato curato con perizia da Alessia La Posta & Carolina Natalizio, mentre l’allestimento della scenografia è stato diretto da Enzo La Posta. Tecnico di scena è Aldo Di Stasio.
“Lo spettacolo – afferma il regista – ha lo scopo di ironizzare su una tematica molto seria, quale il dramma della povertà. Un argomento, purtroppo, assai noto di questi tempi. E’ questo uno dei motivi che ci ha spinto a mettere in scena questa vicenda umana, oltre a quello di riportare a nuovo splendore il dialetto sorano”.