Con il concerto di evangelizzazione del sacerdote Don Giosy Cento, nella serata del 22 agosto scorso si sono chiuse le Celebrazioni dell’anno Millenario, in ricordo della fondazione dell’Abbazia di San Domenico in Sora da parte proprio di San Domenico. Gli ultimi giorni, dal 14 agosto al 22 di agosto, le celebrazioni civili sono state all’insegna della sobrietà, senza inutili sprechi di luminarie, fuochi d’artificio e cantanti di grido. Una scelta fortemente voluto dai parroci, in rispetto delle famiglie in difficoltà in questo tempo di crisi economica. Le celebrazioni conclusive avevano preso il via la mattina del 22 agosto con la presenza del cardinale Ennio Antonelli, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia. Il prelato nella Celebrazione Eucaristica della mattina ha,tra l’altro affermato:”In un tempo in cui si esige dai cristiani una nuova evangelizzazione e un nuovo slancio nella testimonianza della fede, da questa Basilica millenaria e dalla memoria di San Domenico Abate viene un potente appello alla conversione personale e alla riforma ecclesiale”. Nella Messa della sera del 22 agosto presieduta dal vescovo di Foligno, città natale di San Domenico, mons Gualtiero Sigismondi, ha preso spunto dal versetto 4 del Salmo 90, “Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte”. Se si vuole ripercorrere tutto l’anno giubilare del Millenario si deve soprattutto sottolineare l’importanza data alla Parola di Dio. Una Parola anzitutto annunciata. E in questo contesto di grandissimo aiuto è stata l’esortazione di Mons Lorenzo Chiarinelli che ha preparato l’intera comunità ad entrare “delicatamente e quasi in punta di piedi” nel clima giubilare. “Ci sono dei momenti nella vita in cui dall’interno del nostro cuore partono delle voci che si fa fatica a far tacere. Iniziando la memoria di un millenario, che cosa noi possiamo raccogliere e soprattutto proporre di Domenico, cosa può ancora dirci questa figura ancora così tanto amata nel nostro territorio?”.Il vescovo mons. Luca Brandolini e l’abate di Subiaco Dom Meacci parlando sulla “Lectio Divina”,hanno concluso la preparazione dell’inizio delle Celebrazioni Giubilari. La Parola è stata celebrata nelle tante occasioni che hanno visto vescovi, abati e cardinali presiedere l’Eucaristia. L’inizio ufficiale del Giubileo è stato il 22 agosto 2011 con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Card Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero. Nell’omelia il cardinale, ricordando la memoria della Dedicazione della Chiesa Abbaziale, ora Basilica, ha esortato la Comunità a saper “costruire la vita cristiana e come in ogni costruzione, è necessario che siano stabile le fondamenta, abile il costruttore, zelanti e obbedienti le maestranze e, soprattutto, unico l’intento”. Il 22 gennaio 2012, memoria del Transito di San Domenico, nella Celebrazione Eucaristica del giorno, il Card Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi, lasciava alla meditazione della numerosa comunità dei fedeli che partecipava alla Santa Messa “le cinque ragioni che ci legano ancora alla figura di Domenico”. La Parola non solo è stata annunciata e celebrata in tanti modi, ma è stata anche cantata: dai vari cori parrocchiali , dalle “Voci del cuore”,dal “Coro Gregoriano Basilica di San Domenico”, tutti protagonisti di un alto momento spirituale col Coro della Diocesi di Roma, guidato da Mons Marco Frisina. Questi hanno eseguito per la prima volta il nuovo “Inno di San Domenico”, composto dallo stesso Frisina. La “Parola” è stata diffusa col “suono” del nostro maestoso organo con “meditazioni organistiche” nei momenti forti dell’anno liturgico, culminati col grande concerto, d’organo e timpani, del M° Fausto Caporali, organista del Duomo di Cremona. Insieme alla “Parola di Dio” in questo anno Millenario, si è dato molto spazio alla “esperienza e alla parola di Domenico”, attraverso convegni e giornate di studio che hanno visto anche la pubblicazione di tre libri; ed altri due sono in cantiere. Il Signore ha voluto “premiare” il lavoro dei monaci e della comunità parrocchiale con un ospite, anzi, un amico d’eccezione: Kiko Arguello. L’esponente dei “neocatecumenali”, nella zona dietro l’abside della Basilica, davanti a oltre 2000 persone, dopo aver proclamato un passo della lettera ai Corinzi , ha invitato tutti “a vivere e a testimoniare concretamente e pienamente il Vangelo”.