COMUNE

Arpino – Comune, Casinelli attacca Sera

Riceviamo e pubblichiamo la nota che segue firmata dal consigliere di minoranza Niccolò Casinelli. L’accento è posto sulla conduzione amministrativa del Comune, ma anche sui problemi di salute del sindaco Vittorio Sgarbi.

Tra l’agire pubblico e l’agire privato vi sono enormi differenze, destinate a riflettersi anche su gli effetti che una sventura può sortire sulle azioni del soggetto pubblico e del soggetto privato.
L’agire pubblico non è libero, è fatto di azioni che vanno compiute e di azioni che vanno omesse, di rituali che vanno osservati, a prescindere dalle contingenze, di qualsiasi natura esse siano.
Sono stato il primo e l’unico che, nel silenzio assordante della sua maggioranza, ha rivolto a Vittorio Sgarbi gli auguri di pronta guarigione. L’ho fatto in Consiglio Comunale, appena presa la parola, senza incontrare neppure un cenno di approvazione dell’Amministrazione Comunale.
Nella giornata del 17 marzo, Massimo Sera ha ritenuto (bontà sua) di consegnare alla stampa le sue riflessioni sull’argomento, dicendosi preoccupato dello stato di salute del Sindaco e fornendo la drammatica sintesi del rapporto del Primo cittadino con gli amministratori “presenti”.
Sono consapevole che sarò frainteso e che queste mie parole saranno strumentalizzate (lo fanno sempre, ma sul merito delle questioni che pongo non rispondono mai), ma mi chiedo se e quanto sia normale che un Vice-Sindaco dichiari: “Ci siamo sempre sentiti a cadenza settimanale per le vicende amministrative, per i consigli e per concordare le delibere di giunta, negli ultimi mesi i rapporti si sono fatti più radi, ma sono sempre in contatto con la sua segreteria”.
In sostanza, Sera dice:
– che ha sempre sentito il Sindaco una volta a settimana;
L’affermazione è di per sé simpatica, ma sintomatica del radicale disinteresse del Sindaco per le sorti della sua Città; in altri termini, Sgarbi pesa il suo interesse per le “vicende amministrative” in una telefonata a settimana, ma Sera, dal canto suo, non ha mai avvertito l’esigenza di sentirlo un po’ più spesso.
– che in queste conversazioni avrebbe ricevuto dei consigli;
Non ho idea di cosa abbia potuto consigliare l’uno all’altro, ma se il prodotto di queste consultazioni è quello che vivono quotidianamente i cittadini di Arpino, allora non so se è peggio il consigliere o il consigliato.
– che concordavano le delibere di giunta;
Questa è l’affermazione più grave. Il Sindaco è presente in una manciata di delibere di giunta – nonostante abbiano approvato un regolamento per riunire l’organo in video conferenza – ma, a detta del suo Vice, le hanno sempre concordate. Ora, le delibere di giunta vanno discusse e votate, il termine “concordate” evoca qualcosa di sinistro e preconfezionato, molto lontano dalla natura collegiale ed esecutiva della Giunta comunale, ma perfettamente compatibile con il compitino che ormai è il marchio di fabbrica di chi era pronto a portarci nel mondo.
– che negli ultimi mesi lo sente addirittura meno di una volta a settimana e che parla (non si sa di cosa) con la sua segreteria.
Su questo punto vorrei riprendere il pensiero formulato in apertura: un Sindaco non è libero, poiché se non riesce a dirigere la sua maggioranza, se non può svolgere il suo ufficio, deve dimettersi.
Non sono cinico, provo sincero dispiacere per le condizioni di salute di Vittorio Sgarbi e gli auguro di guarire presto; ma provo altrettanto dispiacere per la nostra Città e per i suoi cittadini, perché questa la mancanza di una guida sta pesando come un macigno sul loro futuro.
Ecco perché il pubblico agire non è libero, perché il rappresentante di un’istituzione non si confronta solo con se stesso, anche quando quel confronto gli regala una realtà triste. Si confronta con la collettività che rappresenta e ad essa deve rispetto.
Lo stesso rispetto che Massimo Sera non ha osservato nelle sue dichiarazioni quando ha preferito ricordare ai cittadini quanto lui sia e sia sempre stato il protagonista di questa amministrazione. Ecco il dato che emerge dalle dichiarazioni del Vice-Sindaco.
Le azioni e le omissioni del soggetto pubblico sono pubbliche, e come tali corrono sui binari del dovere e non su quelle del volere, e mentre Sera cade rovinosamente sullo stile, magari il Sindaco può recuperarne un bel po’, semplicemente riconsegnando le chiavi della Città per concentrarsi su una guarigione che torno ad augurargli come pronta e prossima.

(foto archivio)