Da Don Mario Zeverini riceviamo e pubblichiamo:
In tutti gli Istituti scolastici del nostro territorio si stanno insediando in questi giorni I Collegi “giudicanti “ dei Docenti. Il Collegio docenti si suddivide in tante “sotto sezioni“, dove ogni docente o funge da PM o da giudice monocratico e si emette sentenza quasi sempre sommatoria e inappellabile, e senza nessuna difesa degli imputati – “gli studenti”-.
La valutazione è strumento che può avere innumerevoli valenze ed usi diversi, come pure può avere scopi e momenti diversi; vi sono valutazioni che si fonda-no su informazioni raccolte con modalità diverse. Le valutazioni possono anche variare in base alla tipologia di classe ed agli obiettivi che gli insegnanti si prefiggono.
Sebbene la valutazione possa avere molte valenze, bisogna riconoscere che alcune sono improprie. La valutazione è un processo per ricavare informazioni sullo sviluppo o sull’apprendimento dello studente e non uno strumento disciplinare, né uno strumento per suscitare o per stimolare la competizione o per minacciare.
Sarebbe bene che per ogni valutazione ci si chiedesse:
Perché si valuta? Qual è lo scopo? Chi utilizzerà i risultati delle informazioni raccolte? Gli studenti? Gli insegnanti? L’istituto scolastico? Lo Stato? Con quali differenti intenzioni e interpretazioni? Con quali diversi effetti e conseguenze si valuta? Una valutazione dovrebbe essere per la promozione più che per la condanna: in quest’ultima evenienza resta tale solo per l’alunno, oppure tutti gli interrogativi di sopra diventano affermazioni ?
In giro ci sono tanti illustri educatori, perchè non si sviluppa un “forum” su questa questione tanto delicata ?