Una bocciatura solenne e senza appello, che Alberto La Rocca vuole comunicare senza fronzoli ai diretti interessati, pur non esplicitando mai i loro nomi. Per farlo, La Rocca utilizza una lettera aperta indirizzata a colui che, come dice, ‘nei primi mesi di amministrazione ci aveva anche stupiti per i suoi segnali di buona volontà e attenzione alla cosa pubblica’. E invece…
Qui di seguito potete leggere la lettera, che pubblichiamo integralmente.
“Caro amico ti scrivo …
… queste poche righe perché voglio rendere pubblico il mio pensiero sulla grande delusione che proprio uno come te ha rappresentato per tutta la città di Sora. Scrivo anche per ribadire quanto sia apparsa inconcludente quella che tutti ormai hanno definito come “la triade”, peraltro già sperimentata nella precedente amministrazione se pure a parti invertite. Eravamo tutti certi che non ne sarebbe venuto niente di buono ma la speranza c’era anche se come insegna la matematica “invertendo l’ordine dei fattori (prima sindaco uno e assessore l’altro, poi il contrario, addizionando la sempre presente vecchia volpe) il risultato non cambia”.
Eppure, era proprio la tua presenza che ci aveva fatto sperare per un futuro migliore. Nei primi mesi ci avevi anche stupiti con le strisce pedonali colorate e con la volontà dichiarata di voler curare il decoro urbano. Era un modo nuovo di ragionare, un segnale di volontà e di attenzione alla cosa pubblica che in molti avevamo condiviso. La tua ottima estrazione sociale, la tua attività di professionista capace e rispettato, e perfino i tuoi primi passi con qualche attività imprenditoriale con cui hai dato lezione anche ai più supponenti di noi, erano la garanzia che in Comune ci sarebbe stato un vero cambiamento, sarebbero arrivati altri metodi, altro linguaggio, altri comportamenti che avrebbero impresso una svolta definitiva e irreversibile per il futuro di questa Città”.
A questo punto, la lettera di La Rocca prosegue con una metafora cinematografica, utilizzata per meglio articolare il pensiero sulla grande delusione ricavata dall’attuale stagione amministrativa, che egli definisce impantanata nella mediocrità, e per elencare in successione i vari casi irrisolti.
“La grande bellezza? Purtroppo no! L’Oscar non lo hai vinto e non lo ha vinto nemmeno Sora. E’ stata invece l’ennesima grande delusione! Ormai a tre anni suonati dal tuo ingresso in politica, capirai bene quanto grande sia il risentimento e l’amarezza. Ti sei lasciato risucchiare anche tu nella bassezza del quotidiano “tirare a campare” caratterizzato ormai da una certa imbarazzante e irreversibile mediocrità per gli interi cinque lunghi anni.
Tra i dipendenti comunali continuano ad esistere divisioni, steccati di non comunicazione. Tutto ciò alimenta solo dannosi rancori e malcontenti. Nel settore della manutenzione c’e’ assoluta incompetenza e assenza di programmazione, nonché approssimazione e improvvisazione nella gestione del personale e delle forniture. La stessa maggioranza, messa abilmente a tacere con pagamenti di mille cambiali politiche, ha troppo spesso il mal di pancia. Tabula rasa per quanto riguarda il rilancio del commercio o per la cultura: non siete stati nemmeno capaci di aprire la sala convegni nell’istituto di ragioneria. Zero assoluto per i lavori più importanti: dall’ex Tomassi al collegamento diretto della superstrada con via di Villa Carrara e la relativa rotatoria, per non parlare della barzelletta delle rotatorie di Piazza Risorgimento. Per quanto riguarda il decoro urbano, su cui avevi scommesso, tira tu stesso le somme. E per finire la cosa più grave: assenza totale di progettualità politica!
Alla luce di ciò come pensate di arrivare alle prossime tornate elettorali, avendo saltato a pie’ pari le europee? Cosa pensate di fare per rasserenare e ricompattare gli animi? Mio caro amico, tu eri diverso, non avevi l’irruenza e l’ingenua istintualità di altri, ma in te si percepiva più la calma della saggezza, il raziocinio e l’avvedutezza di un ragionamento di prospettiva anche politica, finanche cinico che in politica non guasta”.
La missiva si conclude con il rammarico forse più doloroso: l’isolamento amministrativo di Sora che, afferma La Rocca, ‘sta uccidendo il territorio’.
“Proprio su di te avevamo sperato che riuscisse ad emergere la stoffa del vero politico e una leadership di grande spessore che non ci facesse rimpiangere alcun passato ma che fosse stata in grado di dare un impulso di grande rinnovamento all’interno dell’amministrazione. Ciò non sarebbe passato inosservato, dopo tre anni di buon contributo amministrativo, anche sullo scenario della politica provinciale, e la tua autorevolezza già si sarebbe imposta all’attenzione sui vari tavoli decisionali, facendo uscire Sora e tutto il suo territorio dall’isolamento che lo sta uccidendo
Cordialmente, Alberto La Rocca”.