di FRANCESCO RABOTTI*
La tutela dell’ambiente costituisce una responsabilità che interpella noi tutti, estendendosi non solo alle esigenze del presente, ma anche a quelle del futuro. Si tratta di una responsabilità che le generazioni attuali hanno nei confronti di quelle che verranno, una responsabilità che investe non solamente le singole persone, ma anche gli Stati e la Comunità internazionale.
La responsabilità verso l’ambiente deve trovare una declinazione rispondente a livello giuridico. Il diritto ad un ambiente sano e sicuro è una esigenza ineludibile dell’essere umano che sta trovando ampio spazio anche nella normativa costituzionale e primaria di molti Stati, rispondendo alla richiesta dell’opinione pubblica di disciplinare l’uso dei beni del creato secondo le esigenze del bene comune.
I legislatori e i pubblici amministratori hanno la responsabilità di valutare le potenzialità, i vantaggi e gli eventuali rischi delle decisioni da adottare in termini di tutela delle persone e dell’ambiente e non è ,pertanto, tollerabile che le stesse possano essere dettate da pressioni provenienti da interessi di parte, dovendo le autorità pubbliche saper prendere comunque le decisioni più convenienti per il bene comune, nella massima trasparenza ed imparzialità.
Le norme giuridiche, tuttavia, da sole non bastano: accanto ad esse deve maturare un forte senso di responsabilità, unitamente ad un effettivo cambiamento nella mentalità e negli stili di vita dei cittadini.
La programmazione dello sviluppo economico, allo stesso tempo, deve considerare attentamente la necessità di rispettare l’ambiente, tenendo conto anche che le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili, e che pertanto occorre conciliare le esigenze dello sviluppo economico con quelle della protezione ambientale.
Conseguentemente, una economia rispettosa dell’ambiente non può e non deve perseguire unicamente l’obbiettivo della massimizzazione del profitto, anche perché l’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi di mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente. Corre l’obbligo, pertanto, di riconsiderare le modalità d’uso dei beni naturali e conseguentemente, incentivare la ricerca di innovazioni capaci di ridurre l’impatto sull’ambiente provocato dalla produzione e dal consumo scriteriati.
E’ necessario dunque considerare l’autentica natura del significato del termine sviluppo che, per essere degno di questo nome, deve essere completo ,ossia rivolto al bene autentico di ogni persona e dell’intera persona.
Anche nel campo dell’ecologia, la dottrina sociale della Chiesa invita a tener presente che i beni della terra sono stati creati da Dio per essere sapientemente usati da tutti, pertanto tali beni vanno equamente condivisi, secondo giustizia e carità : l’avidità, l’accaparramento sfrenato delle risorse sono contrari all’ordine della creazione.
Gli attuali problemi ecologici, di carattere planetario, possono essere affrontati efficacemente, solo grazie ad una cooperazione internazionale capace di garantire un maggior coordinamento nell’uso delle risorse della terra.
Il principio della destinazione universale dei beni, offre ,poi, un fondamentale orientamento, morale e culturale per sciogliere il complesso e drammatico nodo che lega insieme crisi ambientale e povertà: siamo custodi e non padroni dei beni messici a disposizione sulla terra . Questo dovremmo sempre tenerlo presente e comportarci di conseguenza.
Alla luce di ciò, la questione ecologica non deve esser affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila: essa deve tradursi, soprattutto, in una forte motivazione per una autentica solidarietà umana a dimensione mondiale.
Infine l’atteggiamento che deve caratterizzare l’uomo di fronte al creato deve essere essenzialmente quello della gratitudine e della riconoscenza : la natura, rinvia al mistero di Dio che ci ha creato e ci sostiene e dunque ci invita riscoprire e vivificare la relazione con Dio, offrendosi allo sguardo dell’uomo come “traccia” di Dio, luogo nel quale si disvela la Sua potenza creatrice, provvidente e redentrice.
*Direttore Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo