Occorre una norma che stabilisca la priorità per le donne in dolce attesa. I parcheggi rosa li hanno istituiti, ma quando si tratta di fila in uffici e servizi pubblici non c’è una regola e tutto è affidato alla discrezione ed alla sensibilità delle persone. Oppure all’attenzione che a volte i sanitari ripongono verso di loro dando disposizioni che restano comunque facoltà.
La premessa vale per l’episodio che il familiare di una 35enne di Arpino racconta poco dopo che la congiunta è uscita da una struttura sanitaria privata con le analisi da preospedalizzazione in mano. Aveva provato con la sanità pubblica restando in piedi per circa due ore inutilmente. Nessuno le ha usato la cortesia di farla sedere oppure ha provato a darle una mano per farle saltare la fila. Le operatrici allo sportello non c’entrano nulla, fanno il loro lavoro. I medici nemmeno. Come gli amministrativi.
C’entra chi dirige la sanità a Roma, chi dovrebbe muoversi affinchè anche a queste stranezze venga posto rimedio. Nessuno avrebbe da ridire nulla.
In una nazione dove il tasso di natalità è sottozero, ogni donna incinta rappresenta una risorsa preziosa per il futuro. In alcuni Comuni hanno il posto macchina riservato (spesso occupato abusivamente) ma nella sanità non hanno diritto alla precedenza in casi come questo e magari restano appoggiate ad una colonna con un bimbo che sta per nascere. Come è successo questa mattina al presidio sanitario di Isola del Liri.
Dalla Asl fanno sapere che c’è un cartello che suggerisce – non obbliga – la precedenza per i pazienti fragili, donne in gravidanza comprese, ma il punto non è questo. Serve una norma perchè un conto è chiedere e forse sentirsi dire NO, un altro è avere diritto stabilito per legge.
lunic