Dal MoVimento 5 Stelle di Sora, a firma del portavoce cittadino Fabrizio Pintori, riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa in merito all’ospedale ‘SS. Trinità’ di Sora.
L’ospedale di “Ss. Trinità” resta al centro delle iniziative degli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Sora che, in questi ultimi mesi, insieme al “Comitato Territoriale per la Difesa dell’ospedale di Sora”, hanno dato vita al comitato apolitico “Comitato Civico art. 32” al fine di coinvolgere il maggior numero di persone possibile, ma anche per evidenziare che il diritto alla salute non ha un colore politico.
Il “Ss. Trinità”, come dimostrato dai numeri, è il più efficiente della provincia nonostante la carenza del personale e dopo aver subito anni di depotenziamento. La sua efficienza è dovuta ai sacrifici di tutto il personale che vi lavora, ma rischia di essere persa a causa delle emergenze che nell’ultimo periodo hanno riguardato i reparti di Pediatria-nido ed ortopedia – i cui problemi si sono ulteriormente aggravati – sono state affrontate con soluzioni d’emergenza, ma che non sembrano assolutamente idonee nel lungo periodo. Finora è stato dato maggior peso alle regole ragionieristiche di interpretazione delle voci di bilancio a discapito della qualità del servizio erogato, e ciò al solo fine di rispettare il non condivisibile “piano di rientro”.
Per questi motivi, oltre a far presentare un’interrogazione urgente ai propri consiglieri regionali (disponibile sul sito http://movimento5stellesora.blogspot.it/2014/03/interrogazione-regionale-urgente-per.html), in merito alla situazione del personale sanitario dell’ospedale di Sora, con l’istituzione del “Comitato Civico art. 32”, gli attivisti si sono prodigati nella raccolta di firme con vari gazebo e distribuendo in molti esercizi commerciali i moduli per la sottoscrizione, riscontrando un’adesione superiore alle più rosee aspettative. Inoltre, al fine di tutelare il diritto alla salute delle circa 150.000 persone del comprensorio dell’ospedale, è allo studio la richiesta di un’interrogazione parlamentare. Verranno percorse tutte le strade possibili per salvaguardare il nosocomio, compreso, se necessario, rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
La salvaguardia del “Ss. Trinità”, non può essere svolta a discapito degli altri nosocomi provinciali: chiudere un reparto per accorparlo e trasferire il personale in un altro ospedale, non risolve nessun problema, perché l’ospedale “rinforzato” dai nuovi arrivi sarebbe gravato da un ulteriore carico di lavoro rappresentato dal nuovo bacino d’utenza.
È la sanità provinciale ad essere in crisi, pertanto la soluzione deve passare attraverso due fasi:
1) riorganizzazione della sanità a livello territoriale;
2) sblocco delle assunzioni e del turn-over.
In merito al primo aspetto, premesso che l’abolizione delle macro-aree sarebbe quanto mai opportuna, si deve constatare che, per via del decreto Balduzzi, il D.E.A. di 2° livello sembra oramai prendere la direzione di Latina e questo nonostante la provincia di Frosinone abbia una popolazione ed un numero di comuni superiore a quella di Latina. Tuttavia è quanto meno lecito reclamare almeno tre D.E.A. (Dipartimento d’Emergenza e Accettazione) di 1 livello: Frosinone, Sora e Cassino. Solo così la domanda di sanità potrà essere coperta in modo efficace ed efficiente, sia dal punto di vista geografico che della popolazione residente. Nello specifico, vi è da sottolineare che l’ospedale di Sora è la più grande struttura sanitaria presente nell’intera provincia, basterebbero pochi lavori di adeguamento per trasformarlo da subito in D.E.A. di 1° livello, lo spazio c’è, non è necessario costruire ex-novo altre strutture e stanziare grandi somme. Inoltre, il nosocomio è una struttura di confine che serve zone dalle quali è difficile raggiungere altre strutture provinciali, una sua valorizzazione comporterebbe una diminuzione della cosiddetta “mobilità passiva” e la riduzione del parco ambulanze, con tutto vantaggio dei costi sostenuti dall’A.S.L.
Per quanto concerne il secondo aspetto: il personale. La mancata assunzione di nuovo personale: medici, infermieri, tecnici di laboratorio ed ausiliari sembra comportare un risparmio per le casse della regione, che viene però vanificato dal fatto di essere costretti ad utilizzare lo strumento delle prestazioni straordinarie esterne (come noto molto onerose) per garantire un servizio minimo e che hanno come rovescio della medaglia la non continuità del servizio e l’opportunità di seguire al meglio i pazienti. A ciò si aggiunga che il blocco del turn-over ha contribuito ad aggravare il problema. Contrariamente a quanto si pensa lo sblocco delle assunzioni e del turn-over potrebbe avere più vantaggi che svantaggi. Infatti, si avrebbe un netto calo della mobilità passiva e si favorirebbe quella attiva, si ridurrebbe il ricorso alle strutture private convenzionate e non sarebbe più necessario ricorrere alle prestazioni straordinarie esterne.
Quanto sopra rappresentato è un obiettivo alla portata di mano, lasciarselo sfuggire sarebbe un altro schiaffo ad un territorio già fortemente depauperato negli ultimi anni.