Resta un problema il fenomeno del randagismo in paese. Se da una parte le associazioni di volontariato si adoperano per contenerne gli effetti, dall’altra le istituzioni fanno finta di nulla ignorando, tra l’altro, potenziali pericoli per gli umani e per gli stessi animali.
Il caso è noto: a ridosso della chiesetta della Madonna Addolorata, lungo la provinciale che collega Arpino a Casalvieri e quindi a circa un chilometro dall’Acropoli di Civitavecchia, staziona da molto tempo ormai un branco di cani randagi – anche di grossa taglia – che numericamente è in crescita. Qui, persone di buona volontà, ogni tanto sfamano gli animali che ormai quasi inselvatichiti ogni tanto si lanciano contro le persone che passeggiano, fanno jogging, procedono in bici o moto con tutti i rischi che ne derivano per l’incolumità di entrambi. Gli episodi si susseguono e seppur finora non è accaduto nulla di serio, la questione resta.
La soluzione più semplice è l’accalappiamento, quella più crudele è l’avvelenamento, come si teme. La migliore ed auspicabile è quella del recupero e dell’adozione. Ecco perchè non sono pochi in paese gli appassionati che spingono affinchè le varie associazioni che operano nel territorio ed hanno la possibilità di intervenire concretamente valutino la possibilità dell’alternativa al canile ed alla terribile morte che bocconi killer seminati da gente senza scrupoli generano.
In Municipio c’è anche una consigliera delegata proprio al randagismo. Chissà se è a conoscenza di questa vicenda. E nel caso lo sia, sarebbe interessante conoscere gli eventuali provvedimenti disposti e concretizzati. Tutto in attesa, in linea generale, di robuste e periodiche campagne di sterilizzazione e microchippatura.
Da ricordare, infine, che negli ultimi anni solo grazie ad una associazione sono stati adottati oltre 90 esemplari custoditi in canile con risparmio per il Comune di diverse centinaia di migliaia di euro e soprattutto una vita migliore per gli amici dell’uomo.
lunic
