Questione Lsu, arriva la diffida al Comune di Sora e alla Regione Lazio.
I 48 lavoratori socialmente utili stabilizzati dal Comune di Sora hanno sottoscritto un atto con cui chiedono di sospendere le procedure di nuove assunzioni, si riservano di procurare l’annullamento degli incarichi già affidati dall’ente municipale e invitano la Regione Lazio ad adoperarsi per l’emanazione di un decreto che autorizzi gli enti locali a sostenere la spesa dei lavoratori stabilizzati.
Le stanno provando tutte gli ex Lsu in forza al Comune di Sora, che stanno per abbandonare gli uffici e i servizi municipali. Non per loro volontà, ma perché sarebbero state sbagliate le procedure di stabilizzazione a suo tempo effettuate e il destino che li attende sarebbe ormai certo, e cioè tornare nel bacino degli Lsu, ridiventando precari.
Lo spunto per la diffida è giunto sulla scorta degli ultimi fatti registratisi sulla questione: la partecipazione, il 15 aprile scorso, del sindaco di Sora ad una riunione tenutasi presso la Regione Lazio, la successiva riunione in Comune con i dipendenti interessati, l’esito della seduta del Consiglio comunale svoltosi il 3 aprile.
A stilare il testo della diffida è stato l’Avv. Rosalia Bono, che ha incentrato questa nuova iniziativa a difesa del destino dei 48 ‘In conseguenza alla dichiarata disponibilità economica dell’Ente (…) ad assumere a proprio carico i trattamenti retributivi di detti lavoratori, e del documento, licenziato (…) all’unanimità, di sostegno ai lavoratori assillati da tale problematica’.
In pratica, la diffida prende le mosse dal fatto che il sindaco ha ammesso che il Comune avrebbe i soldi per mantenere in carico i 48. Quindi, perché assumere nuovo personale ma mandare via i lavoratori ormai stabilizzati?
‘Ritenuta assolutamente illegittima la procedura che va delineandosi, finalizzata a far riconfluire nel bacino Lsu regionale gli attuali dipendenti comunali, che con la professionalità e le competenze acquisite svolgono con efficacia ed efficienza le loro mansioni per conto e nell’interesse del Comune di Sora nella qualità di datore di lavoro – ha scritto l’Avv. Bono nell’atto – SI DIFFIDA quest’ultimo affinchè sospenda tutte le procedure selettive in atto, oltre gli affidamenti di servizi mediante appalti esterni a società e cooperative e, in ogni caso, a tutte le persone fisiche e giuridiche, con riserva di procedere all’annullamento degli incarichi già affidati e dei contratti di lavoro già stipulati, posto che, a tutela dei lavoratori, perdenti occupazione, che vedranno esercitati i propri diritti di difesa con le conseguenziali e necessarie vertenze di lavoro, dovranno andare garantiti la disponibilità di posti in pianta organica e la disponibilità in bilancio della copertura economica per le spese di personale’.
Naturalmente, si comprende che la soluzione del problema non dipende solo dal Comune di Sora che, infatti, dovrebbe essere in qualche modo ‘autorizzato’ da enti superiori a superare il tetto di spesa previsto dal Patto di Stabilità. Ecco perché, nella diffida, si invita la Regione Lazio e, nello specifico, l’assessorato al Lavoro e Formazione ‘a fissare un tavolo tecnico di concerto con i ministeri del Lavoro e Funzione Pubblica’. A margine della diffida, si fa notare come sarebbe ingiusto equiparare lo status giuridico di Lsu non ancora contrattualizzati con quelli – come i sorani – contrattualizzati e stabilizzati e, quindi, a tutti gli effetti EX LSU.
Gabriele Savona