Da Carla Cristini riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa in merito alla ‘Via Crucis’, che si terrà a Sora Venerdì 4 Aprile a partire dalle ore 21.
Erano tutti presenti in quel Venerdì Santo nel quale il Figlio di Dio, fatto nostro fratello, accettò di patire e di morire per ricomporre l’alleanza dell’uomo con Dio: la Pasqua». Venerdì 4 aprile 2014, alle ore 21, ci sarà la ormai tradizionale Via Crucis cittadina per le vie di Sora. Su espressa richiesta del nostro Vescovo, ci si sposterà dal centro per adorare la croce verso la zona di Pontrinio.
Questo appuntamento, è stato pensato pochi anni fa dalla Pastorale giovanile zonale per coinvolgere i giovani della città e del comprensorio, facendo loro rivivere il cammino di Gesù verso il compimento del suo sacrificio più grande. Già dalla prima esperienza invece, nel Parco di Santa Chiara, rivelatosi troppo piccolo per contenere il gran numero di fedeli, giovani e non solo, la via crucis è diventata un appuntamento molto atteso e sentito, tanto da essere diventata cittadina. Pregando la via crucis non possiamo fare a meno di vedere nella Croce di Gesù tutte le sofferenze del mondo. É diventata un pellegrinaggio e una preghiera nella quale siamo invitati a contemplare i passi del dolore che Gesù ha fatto per ridare la vita al mondo. La via crucis rinvia tratto ultimo del cammino percorso dal Figlio di Dio durante la sua vita terrena: la vita di Gesù è cammino tracciato dallo Spirito: all’inizio della missione lo Spirito lo aveva condotto nel deserto (cf. Lc 4, 1); poi,quale divino fuoco che gli ardeva nel petto, lo sospinse verso il Calvario (cf. Lc 12, 49–50). L’ultimo tratto del cammino è indicibilmente duro e doloroso.
Gli evangelisti hanno indugiato nella descrizione, della via crucis che il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo percorse per il suo amore verso il Padre e verso i figli degli uomini. Ogni passo di Gesù è momento di avvicinamento all’attuazione piena del disegno salvifico, perché ogni sofferenza di Gesù è seme di gioia futura per l’umanità, e ogni scherno è premessa di gloria. Ogni incontro di Gesù su quella via di dolore, con amici, con nemici, con indifferenti, è occasione per un supremo insegnamento, per un ultimo sguardo, per una estrema offerta di riconciliazione e di pace. La via crucis, nel senso attuale del termine, risale al Medio Evo inoltrato. San Bernardo di Chiaravalle (+ 1153), san Francesco d’Assisi (+ 1226) e san Bonaventura da Bagnoregio (+ 1274), per la loro devozione, affettuosa e partecipe, prepararono il terreno su cui sorgerà il pio esercizio.
Sullo sfondo della devozione alla passione di Cristo, nella salita al Monte Calvario, la via crucis, come pio esercizio, nasce direttamente da una sorta di fusione di tre devozioni che si diffusero, a partire dal secolo XV, soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi: la devozione alle «cadute di Cristo» sotto la croce; la devozione ai «cammini dolorosi di Cristo», che consiste nell’incedere processionale da una chiesa all’altra in memoria dei percorsi di dolore, compiuti da Cristo durante la sua passione; la devozione alle «stazioni di Cristo», ai momenti in cui Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario o perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché, mosso dall’amore, cerca ancora di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che partecipano alla sua passione. La via crucis, nella sua forma attuale, è attestata in Spagna nella prima metà del secolo XVII, soprattutto in ambienti francescani. In caso di pioggia, il pio esercizio si terrà all’interno della Chiesa del Divino Amore.