SINDACALE

Paziente estrae un coltello al pronto soccorso, chiesto un tavolo sulla sicurezza

Un tavolo di confronto sul tema della sicurezza all’interno dei presidi sanitari. È la proposta che la Cisl Funzione Pubblica di Frosinone torna a lanciare dopo l’ennesimo episodio di cronaca registrato all’interno di una struttura sanitaria della provincia.

Nella giornata di ieri, lunedì 7 agosto, un paziente ha diffuso il panico al pronto soccorso dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dove ha estratto un coltello.

«Quello che è successo è molto grave e deve far riflettere le istituzioni che ancora non sono intervenute – ha affermato il segretario generale della Cisl Fp Frosinone Antonio Cuozzo – Più volte nel corso delle ultime settimane siamo intervenuti sul tema della sicurezza, abbiamo assistito a operatori sanitari che sono stati aggrediti, malmenati e che hanno rischiato la propria incolumità per la mancanza di controlli e di vigilanza. Quello di Cassino è solo l’ultimo episodio in ordine temporale ma deve spingere a una profonda riflessione. Come organizzazione sindacale chiediamo da anni che si intervenga e che vengano istituiti presidi di sicurezza attivi 24 ore su 24. Presidi che sono fondamentali per garantire l’incolumità dei pazienti e degli operatori sanitari. Purtroppo tutti i governi regionali che si sono succeduti nel corso degli ultimi 15 anni non hanno mai messo in campo azioni serie e progettualità per risolvere questo problema. Sicuramente non giova anche l’assenza di progetti, anche di governance, a lungo periodo, perché solo attraverso una programmazione e una pianificazione ad ampio raggio si può arrivare a risultati che siano duraturi nel tempo. Alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore ribadiamo la necessità di mettere in campo azioni immediate, non si può aspettare che accadano fatti più gravi per intervenire. La Regione Lazio, e qui mi auguro in una presa di posizione dei rappresentanti territoriali, convochi subito un tavolo di confronto e predisponga idonei piani di sicurezza. Il tempo delle attese è finito, occorre un atto di responsabilità».