A Sora si dice: “Ua’ pe grazzia, trou giustizzia”.
Shock in riva al Liri. Il decreto legislativo del 19 febbraio 2014 n. 14, entrato in vigore il 28 febbraio scorso, sancisce, ad oggi, la morte dell’ultimo presidio giudiziario a Sora. Dopo la perdita dolorosissima del tribunale, era rimasta operativa solo la sede del Giudice di Pace e il Comune di Sora aveva dichiarato di essere pronto ad adempiere a tutte le formalità necessarie a mantenere attivo il servizio. Era il 27 gennaio quando il sindaco Ernesto Tersigni dichiarava: “Gli uffici del Giudice di Pace di Sora rimarranno operativi presso la loro storica sede in Piazza San Francesco. Abbiamo appreso la notizia direttamente dal Ministero della Giustizia. Ora attendiamo la pubblicazione del Decreto Ministeriale nel quale sarà data piena ufficialità alla lista del le sedi dei Giudici di Pace che, oltre al nostro, rimarranno aperte sul territorio italiano”.
Ebbene, la pubblicazione del decreto c’è stata. Peccato che sancisca l’esatto contrario di quello che Sora ed i sorani si aspettavano. Infatti, nei nuovi elenchi decretati, che qui di seguito alleghiamo, risulta che il Giudice di Pace di Sora è soppresso insieme a quelli di Arce, Atina e Pontecorvo e che la nuova sede per tutti è unica: Cassino. Tanto è stabilito nel sopracitato decreto, al Capo II, riferito alle ‘Disposizioni correttive e integrative delle disposizioni recanti la revisione delle circoscrizioni giudiziarie-uffici del Giudice di Pace’.
Tuttavia, nelle note al decreto si evidenzia quanto segue: ‘entro sessanta giorni dalla pubblicazione (…) gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere e ottenere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sara’ messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonche’ la formazione del personale amministrativo’.
La palla, quindi, passa all’amministrazione comunale, che dovrà confermare la volontà di mantenere gli impegni presi, indicando “alcuni propri dipendenti i quali, dopo avere seguito un apposito iter di formazione predisposto dallo stesso Ministero della giustizia, presteranno servizio presso la sede giudiziaria del giudice di pace”, oltre che farsi carico delle spese inerenti ai locali e alle utenze.