LA CERIMONIA

Boville Ernica – Celebrato il 25 Aprile

Festa della Liberazione, il messaggio del sindaco Perciballi che cita Nelson Mandela e auspica una maggiore conoscenza della storia per evitare che si ripetano gli errori del passato

Essere liberi significa vivere in un mondo che rispetta la libertà degli altri”. È questo il messaggio del sindaco di Boville Ernica Enzo Perciballi alla cittadinanza, questa mattina in piazza Sant’Angelo, in occasione della Festa della Liberazione.

È importante conoscere la storia per evitare che si ripetano gli errori del passato e per preservare la democrazia e la libertà” ha aggiunto il primo cittadino durante la cerimonia istituzionale a cui hanno preso parte numerosi cittadini e amministratori, il comandante della stazione dei Carabinieri luogotenente Mario Vinci, il comandante della Polizia locale capitano Domenico Romano, il parroco della collegiata di San Michele Arcangelo don Giovanni Ferrarelli e il parroco del santuario Madonna delle Grazie don Pawel Maciaszek, con il complesso bandistico Aurora di Boville Ernica che ha eseguito il canto del Silenzio e l’Inno nazionale in ricordo di tutti i caduti e come omaggio alla Repubblica italiana e alle sue istituzioni democratiche. In chiusura del suo intervento il primo cittadino ha ringraziato le forze dell’ordine, le autorità religiose, gli amministratori e i tanti cittadini presenti.

Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un mondo che rispetta e valorizza la libertà degli altri”. Queste parole, pronunciate dal presidente Nelson Mandela, ci danno il senso e la misura della ricorrenza di oggi, la Festa della Liberazione.

La data del 25 aprile rappresenta simbolicamente il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo, da parte dei suoi rappresentanti, che portò prima al voto democratico con il referendum del 2 giugno 1946 e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

La Liberazione segnò l’inizio di un percorso verso l’affermazione dei principi della libertà e della democrazia, mettendo fine a vent’anni di dittatura e a cinque anni di guerra.

Cinque lunghissimi anni durante cui anche tanti nostri concittadini persero la vita, furono fatti prigionieri o risultarono dispersi per conquistare quella libertà di cui oggi beneficiamo ma che, troppo spesso, diamo per scontata.

E proprio per non dimenticare, su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un Decreto che, all’articolo uno, stabiliva che “a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. Si ebbero decreti per celebrare la ricorrenza anche nel 1947 e nel 1948; nel 1949 la data venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo.

Da quel 25 aprile 1946 sono trascorsi 77 anni. Sembra un’eternità ma, in realtà, è sempre più forte la necessità di conoscere la storia per evitare il ripetersi di errori commessi, per ricordare e tramandare alle giovani generazioni cosa è accaduto.

Tra gli eventi del programma della festa c’è il solenne omaggio, da parte del presidente della Repubblica italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei caduti e dei dispersi italiani nelle guerre.

Anche noi, per non dimenticare, abbiamo adottato il Milite Ignoto come eterna gratitudine a tutte quelle persone che si sono immolate per la libertà e la democrazia. Una gratitudine che oggi estendiamo alle Forze armate e alle Forze dell’ordine che, quotidianamente, con abnegazione e spirito di sacrificio, si impegnano per tutelare la legalità e preservare i nostri diritti costituzionali.

Viva la libertà, viva la democrazia, viva la Repubblica italiana.