Da Martina Sperduti, Coordinatore Regionale del Lazio Dipartimento Pari Opportunità e Disabilità – Forza Italia – riceviamo e volentieri pubblichiamo:
E’ arrivato un altro 25 novembre: una giornata di bilanci e di analisi. Donne e uomini manifestano contro ogni tipo di violenza sulle donne in tutte le sue forme. Un dramma quotidiano, carico di episodi di una efferatezza inaudita, contro le donne. In molti paesi, madri, giovani donne, adolescenti, hanno pagato con la vita la loro ribellione contro i legami imposti da uomini che le considerano poco più di un oggetto di loro proprietà.
La violenza è ancora oggi, troppo spesso, una manifestazione di rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi che hanno portato e che continuano a portare alla dominazione sulle donne, alla loro discriminazione in una inaccettabile violazione dei diritti umani. Il dossier annuale del Viminale rivela come, tra il 1 agosto 2021 e il 31 luglio 2022, nel nostro Paese siano state uccise 125 donne. Nello stesso lasso di tempo sono state registrate anche 15.817 denunce per stalking, oltre 3.100 ammonimenti del Questore e 361 allontanamenti per lo stesso reato.
L’Italia, è innegabile, ha una legislatura adeguata, tra le più avanzate nel mondo occidentale. La loro attuazione è possibile grazie alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine formate in modo eccellente e per questo preparate. I centri antiviolenza lavorano sul territorio tra mille difficoltà, dando aiuto e rifugio alle donne maltrattate. Ma evidentemente non basta. Perché le donne continuano a subire violenza fisica e psicologica e in molti casi a perdere la vita. Molta strada deve essere percorsa, iniziando dalla protezione delle vittime, aumentando i fondi destinati ai centri antiviolenza, che pagano inutilmente una disorganizzazione nella distribuzione e nella frammentazione dei pochi finanziamenti che non agevola né il lavoro fatto a livello centrale né quello svolto sul territorio.
Tutto questo aiuterebbe anche a perseguire i comportamenti violenti e avere certezza nell’applicazione delle misure cautelari. Soprattutto certezza della pena per chi esercita qualsiasi violenza. Nessuna legge potrà mai essere veramente efficace contro la violenza di genere quando la prevenzione non viene attivata. Bisogna sradicare stereotipi e pregiudizi, bisogna mettere in atto una rivoluzione culturale. È necessario iniziare, seriamente, con azioni mirate nelle scuole. È nella scuola, dove si forma la società, una buona educazione sia civica e dei sentimenti, può formare uomini e donne capaci di costruire una società non violenta. Lo slogan che ci arriva dalle coraggiose donne iraniane, in questa giornata lo facciamo nostro: DONNE VITA LIBERTA’.