Nella memoria della Chiesa il giorno 11 ottobre segna una svolta decisiva, l’inizio di una nuova stagione dello Spirito: è il giorno infatti in cui, nel 1962, il papa San Giovanni XXIII apre ufficialmente i lavori del Concilio Vaticano II. Lo aveva annunciato al mondo già all’inizio del suo pontificato, non ne vedrà la conclusione, ma aveva impresso alla riflessione collegiale della Chiesa l’impulso decisivo e aveva orientato con discrezione e discernimento i padri conciliari ad aprirsi al soffio dello Spirito.
Giovanni XXIII fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Il Martirologio Romano indica come data del culto liturgico il 3 giugno, giorno della sua nascita al Cielo, mentre la diocesi di Bergamo e l’arcidiocesi di Milano ne celebrano la memoria locale l’11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.
Un particolare momento scolpito nella storia di quella giornata inaugurale del Concilio Vaticano II è il saluto che quella stessa sera Giovanni XXIII rivolge ai fedeli assiepati in Piazza San Pietro. Parole a braccio, spontanee, che passano alla storia come “il discorso della Luna”. Una folla che ondeggia tra tra le luci di oltre 100 mila fiaccole, illuminata dallo splendore argentato della Luna delle notti romane, attende di vedere il Pontefice, che decide di affacciarsi alla finestra “solo per una benedizione”, come riporta il sito vatican.va. Ma poi, probabilmente profondamente commosso da quello spettacolo, in quel momento così eccezionale per la vita della Chiesa, pronuncia un discorso che tocca il cuore di tutti, restando impresso nella memoria di tutta la cristianità. “Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo”. “Stamattina – spiega ancora Papa Roncalli – è stato uno spettacolo che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare”. Ed ecco quelle parole di profonda umanità che toccheranno nel profondo dell’animo non solo coloro che si trovano nell’abbraccio del colonnato di San Pietro, ma continuano oggi ad accarezzare coloro che le ricordano: “Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza”.
ca.cri