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IL LUNGO GIORNO DELL’ADDIO

Circa quattro miliardi di persone hanno seguito, ieri, il lungo rito del funerale della regina Elisabetta II. Una cerimonia a dir poco spettacolare, messa a punto dalla stessa sovrana nel corso degli anni, con cui il Regno Unito ha reso l’ultimo omaggio alla donna che è entrata nella storia.

La toccante cerimonia nell’Abbazia di Westminster, la mesta compostezza dei familiari, il corteo infinito che, scortato da 142 marinai e con in testa alla processione, il Re Carlo III con i figli William e Harry e i fratelli Anna, Edoardo e Andrea, l’ha accompagnata fino a Hyde Park, al Wellington Arch, da dove il feretro ha intrapreso l’ultimo viaggio al castello di Windsor, dove, dopo la cerimonia nella cappella di San Giorgio, è stata tumulata insieme all’amato Filippo, nel luogo in cui riposano i suoi avi. Tutto questo è stato fissato nella storia dalle immagini ininterrotte che hanno seguito passo dopo passo gli ultimi giorni prima dell’addio, immagini che hanno raccontato al mondo il viaggio della bara nei quattro stati del Regno Unito e soprattutto il fiume ininterrotto di milioni persone che hanno reso l’ultimo saluto alla Regina affrontando ore ed ore di fila, al freddo, di notte, pur di sfilare per pochi secondi davanti al feretro, nella Westminster Hall.

Un lungo giorno diventato storia, che chiude un’epoca, la “seconda era elisabettiana”, con l’intonazione dell’inno “God save the King”, omaggio al nuovo re Carlo III, che ha già un posto nel cuore dei sudditi dimostrando la sua umanità nel suo ultimo saluto rivolto alla amata madre, semplicemente, da figlio.

ca.cri.

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