Dall’Associazione Italiana per la Wilderness, a firma del Segretario Generale Franco Zunino, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
“6.000 Euro da buttare nel calderone degli oltre 13 MILIONI DI EURO sperperati per non fare nulla di concreto per salvare l’orso marsicano! Questa è la nuova idea di una delle ormai tante associazioni di ‘amici’ dell’orso marsicano. Sempre gli stessi personaggi che cavalcano sigle e contro sigle peggio dei nostri politici (perché coniare sigle e logo è la cosa più facile del mondo: bastano due persone per dirsi ‘associazione’). Gli stessi che hanno richiesto all’autostrada Roma-L’Aquila-Pescara di sollevare barriere ‘anti-orso’ del costo di decine di migliaia di euro e che poi gli orsi scavalcherebbero comunque per ovvie ragioni (a meno di non erigere muri alla israelo-palestinese!); senza mai chiedersi per quali ragioni gli orsi attraversino le autostrade, ben lontane dal loro originario areale di vita; cioè, quello che è il vero problema da risolvere.
Quindi, eccola la grande genialità, e lo sperpero di danaro (questa volta, se non altro, privato) per un’iniziativa inutile (almeno per l’orso); pur di non dover ammettere che le cose da fare sono quelle che da anni il sottoscritto e l’Associazione Wilderness vanno dicendo: seminare terreni e contenere il disturbo da turismo escursionistico (perlopiù formato proprio dagli amanti dell’orso!).
6.000 Euro che saranno buttati via per realizzare una segnaletica dissuasoria ASSOLUTAMENTE INUTILE in quanto comunque nessun automobilista la rispetterà, come già non la rispettano nei centri urbani dove avrebbe maggiori motivazioni – leggasi elevato rischio di multe – ma, soprattutto, perché, per chi conosce la principale strada proposta per tali allestimenti (la Gioia dei Marsi – Pescasseroli) come la conosce il sottoscritto per averla percorsa giornalmente per quasi quarant’anni, nessuno è in grado di procedere a velocità tale da divenire pericolosa per qualsivoglia animale selvatico (una serie di curve e tornati per superare un dislivello di 700 metri); mentre nei pochi tratti rettilinei esistono già cartelli installati, giustamente in questo caso, dall’Ente Parco. Ed è così per quasi tutte le strade che attraversano il territorio di vita dell’orso.
Però c’è un però: la strada statale 83 è quella di maggiore accesso al Parco, per cui si può immaginare l’impatto pubblicitario di chi ha donato i 6.000 euro (quasi pubblicità occulta!) e per chi ha fatto allestire i cartelli segnaletici. Bella furbata all’italiana! Altro che desiderio di aiutare l’orso marsicano a sopravvivere, il quale non di cartelli ha bisogno ma di campi seminati a granoturco! Perché, al solito, bisognerebbe prima chiedersi perché l’orso oggi attraversa così di frequente queste strade, e poi agire a monte per dissuaderlo.
Quanti campi di mais e carote si potrebbe seminare con questa somma? Peccato che l’idea delle semine non sia la loro, ed è forse solo per questo che il danaro viene devoluto per altre iniziative, che a tutto o niente possano servire, purché non siano adibite a coltivare terreni o indennizzare i pastori; quindi, vai con cartelli segnaletici; che oltre che essere inutili, arrecheranno anche l’ennesimo danno paesaggistico alla terra dell’orso (perché sembra che si tratti di segnalatori ottici, magari anche luminosi, quindi di grande impatto visivo).
Non resta che augurarsi che almeno le autorità preposte alla viabilità ed alla difesa del paesaggio non autorizzino una tale inutile e dannosa iniziativa; caso mai limitandosi, come facciamo noi, a consigliare il Parco di aumentare, ma solo dove è il caso, il numero dei normali e meno costosi cartelli segnaletici.
Buon senso. E’ questo che manca per salvare l’orso! Si rifletta, se non sia il caso invece di devolvere la suddetta somma all’Ente Parco affinché la utilizzi (come quella che sarà presto devoluta a tale ente da parte degli ATC – ovvero dal mondo della caccia) per far partire una sostanziosa campagna alimentare a favore dell’orso affinché non si allontani dall’area protetta del Parco Nazionale. Ma forse alla ditta che sponsorizza i cartelli non è interessata a questo… e meno che mai interessa ai ‘salvatori dell’orso’ che saltabeccano da un’associazione all’altra nel tentativo di darsi una visibilità. Che poi, sembra essere il vero fine primario delle loro iniziative!”.