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L’ARTE CONTRO IL FEMMINICIDIO: IL 23 A FERENTINO, IL 24 A SORA

Superata l’idea di gestione sanitaria, l’emergenza si fa culturale. “Ripartire dal processo preventivo, capitolo fino ad oggi troppo sottovalutato rispetto alla questione discriminatoria di genere, dando slancio adeguato al percorso formativo di educazione sentimentale della famiglia e nelle scuole, diventa fondamentale per un intervento primigenio contro la lotta alla discriminazione. Per sostenere questo nuovo modello culturale e sociale di donna si deve oltrepassare il concetto di medicalizzazione, di intervento e di trattamento sanitario delle donne vittime. Occorre aprire una nuova frontiera che vede nella formazione della coscienza sociale e, dunque, non solo a colpi di legge o di linee guida per gli operatori del sistema socio-sanitario e per i gestori dell’ordine pubblico una dimensione innovativa che va assai oltre i paradigmi attuali”. Questo quanto dichiarato dalla Prof.ssa Bonaviri, Rete La Fenice, che il 23 novembre prossimo sarà presente assieme a Collettivocinque, presso il Palazzo M. Filetico a Ferentino con l’iniziativa itinerante “L’arte contro il femminicido” approda all’interno delle scuole ciociare, mentre il 24 novembre si sposerà al comune di Sora, con il sostegno di diverse realtà associative sociali ed artistiche della città che, dal 22 settembre scorso, data della prima manifestazione, hanno dato la loro adesione all’evento. Bruno Maccotta aggiunge: “Queste giornate sono all’insegna di una riflessione collettiva che vede un cambiamento negli stili culturali e relazionali dove la donna non è più intesa come diversità ma ricchezza. Sono incontri che servono a sensibilizzare anche tramite un linguaggio, quello artistico, che appare più immediato e diretto. Vogliamo continuare a lanciare un messaggio di speranza ai giovanissimi e ai cittadini tutti. Prevenire per combattere un fenomeno antico con una campagna di informazione”.La Prof. Giuseppina Bonaviri e Bruno Maccotta concludono: “La violenza che nega i più fondamentali diritti non può reiterarsi. Il contrasto alla discriminazione non può rimanere un intervento a garanzia parziale. Tutti abbiamo il dovere di mobilitarci per salvaguardare anche una sola vita”.