‘L’uomo di Neanderthal nel Lazio: i siti di Carnello e Valleradice. Questo il titolo dell’interessante conferenza che avrà luogo il prossimo sabato 16 novembre, alle ore 16, presso il Museo della Media Valle del Liri, diretto dalla dr.ssa Manuela Cerqua. Relatore del convegno, il prof. Italo Biddittu, archeologo e paleontologo. Qui di seguito, il comunicato di presentazione dell’evento.
Il prossimo sabato, 16 novembre, sarà inaugurata la serie di appuntamenti che caratterizzeranno la stagione invernale del Museo della Media Valle del Liri di Sora, con il primo dei “Sabato al museo”.
Attraverso una serie di conferenze, laboratori e percorsi didattici, il Museo propone approfondimenti di tematiche storico-archeologiche e artistiche, inerenti l’intero territorio che gravita attorno alla Valle del Liri.
Si inizia, dunque, sabato prossimo alle ore 16:00, con la Preistoria del nostro territorio, attraverso una magistrale conferenza tenuta dal prof. Italo Biddittu.
Oggetto della conferenza sarà la problematica del primo popolamento umano del Lazio meridionale e, in particolare, del bacino del Liri, nel corso del Paleolitico medio (il cosiddetto Musteriano), con l’arrivo dell’uomo di Neanderthal. Si tratterà in particolare dei due importanti giacimenti – ubicati ai margini opposti del bacino sorano – di Valleradice e Carnello, scoperti dallo studioso e oggetto di scavo da parte dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, negli anni Sessanta dello secolo scorso.
Resti fossili e manufatti litici documentano, infatti, nella nostra regione la frequentazione da parte dell’uomo di Neanderthal a partire da 150.000 anni, sia di siti all’aperto (Pofi, Isola del Liri, Vicalvi, Lago di Canterno, Pontecorvo, Frosinone), sia di grotte (Cassino e Sora). L’uomo di Neanderthal si è estinto circa 30.000 anni fa mentre in Europa era in atto la diffusione dell’uomo moderno.
Aspettando la conferenza…
Il primo dei due siti sorani, quello di Valleradice, è situato circa 2 Km a est del centro urbano, sulla sinistra del fiume Liri e lungo la strada statale n. 82 per Avezzano, alla quota di 326 m. Il giacimento di Carnello si trova, invece, tra i comuni di Sora e Isola del Liri. In entrambi i casi si trattava di siti in grotta, che si aprivano all’interno delle formazioni di travertino affioranti, demolite in epoca moderna da lavori di cava. I due giacimenti, contemporanei per correlazione stratigrafica, possono essere datati tra 50.000 e 100.000 anni fa.
Nei due siti le associazioni faunistiche rivelano il condizionamento di habitat differenti, messo in evidenza soprattutto dai resti di uccelli. A Carnello, un tempo circondato da un’ampia distesa lacustre, sono più frequenti le specie acquatiche, mentre a Valleradice, prossima alle montagne, quelle rupicole o di alta quota. L’accumulo di ossa all’interno di questi siti sembrerebbe da mettere in relazione solo in parte con l’intervento umano, mentre molto più preponderante sembra essere stata l’azione degli animali predatori, rappresentati dal leone, dalla lince, dal leopardo, dalla iena, dal lupo, dalla volpe e dall’orso speleo.
(Bibliografia essenziale: BIDDITTU I., CASSOLI P., MALPIERI L., Stazione musteriana in Valleradice nel comune, di Sora, Frosinone, in Quaternaria, 9, 1967, Roma, pp. 321-348. | SEGRE A. G., BIDDITTU I., CASSOLI P., Il bacino paleolacustre di Sora (Frosinone) e i suoi giacimenti musteriani, in Atti della XXIV Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 1984, Firenze, pp. 149-154.)
Italo Biddittu
Archeologo e paleontologo, dal 1957 effettua ricerche sui primi insediamenti umani, soprattutto nell’Italia centrale. Dal 2005 insegna Paleontologia e Paleoecologia all’Università di Cassino, che gli ha conferito la Laurea Honoris causa in Lettere. Oltre a numerosi rinvenimenti di siti e insediamenti nel territorio della provincia di Frosinone, il 13 marzo 1994 ha scoperto nei pressi di Ceprano un cranio che ancora oggi è considerato il più antico fossile umano in Italia, cui ha dato il nome affettivo di Argil. Autore e coautore di numerose pubblicazioni scientifiche, nell’ambito dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana dal 1958, di cui è stato presidente dal 2006 al 2009, ha curato la progettazione e la realizzazione di musei, tra i quali il Museo Preistorico di Pofi, che illustra la preistoria del Lazio meridionale con notevoli testimonianze sugli antichi ambienti e sulle presenze umane.