“Tevere Expo” in mostra in Accademia – Al Maca l’esposizione di Iginio De Luca, docente a Frosinone e vincitore di un avviso pubblico a sostegno della diffusione dell’arte italiana contemporanea nel mondo
Dal 25 febbraio al 1 aprile 2022 – Opening venerdì 25 febbraio 2022, h 17.00-18.30
Il museo Maca di Frosinone, ospitato all’interno di Palazzo Tiravanti, sede dell’Accademia di Belle Arti, espone le opere acquisite in collezione del progetto “Tevere Expo” di Iginio De Luca, docente dell’Accademia e risultato tra i vincitori dell’avviso pubblico a sostegno della diffusione dell’arte contemporanea italiana nel mondo “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere” – Sezione Over 35, promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il lavoro prodotto si sposterà a luglio in Indonesia, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Jakarta, come tappa prestabilita di un itinerario espositivo internazionale, per poi ritornare in autunno a Frosinone in Accademia, presso la sua sede definitiva.
La mostra, curata da Sabrina Vedovotto e Pietro Gaglianò, è costituita da una serie di lavori prodotti ad aprile 2021 a Roma in conseguenza di un’affissione urbana di 15 maxi manifesti fintamente pubblicitari raffiguranti immagini sospese, drammatiche ed evocative del Tevere. «Il progetto vuole rendere visibile l’oscuro, – ha commentato Iginio De Luca – riesumare l’anima inconscia del fiume e, di riflesso, anche la nostra. Scarti, rifiuti, oggetti smarriti, affogati in un naufragio all’inizio privato e poi pubblico affiorano dall’acqua, come reliquie urbane riemergono da un singolare girone dantesco. Sono testimonianze industriali e domestiche di un quotidiano rinnegato che, dopo anni di apnea, varcano il limite, rompono il confine dell’acqua per quello dell’aria. I manifesti sono uno specchio etico, un pretesto simbolico ed estetico a valenza universale per riflettere e riflettersi».
Le opere installate negli spazi del MACA sono la sintesi di questo processo creativo: due grandi manifesti cartacei applicati a muro, due stampe fotografiche di medio formato e un video. Si aggiungono a queste, un maxi cartellone stradale installato, per il periodo della mostra, in via dei Monti Lepini a Frosinone e un libro d’arte realizzato dal fotografo Luis Do Rosario, che documenta in maniera sensibile e poetica tutte le fasi lavorative del progetto di Iginio De Luca.
Come scrive Sabrina Vedovotto in catalogo: «Le grandi affissioni, le grandi fotografie, diventano paesaggi urbani, memoria della storia che noi stiamo vivendo, con-temporanei giardini di vita, calpestati dalle brutture che ci circondano, eppure concilianti con la realtà circostante». Pietro Gaglianò evidenzia un decentramento dello sguardo in cui tessere un’estetica del margine: «Iginio De Luca ha costantemente porto la sua attenzione alla periferia; ha esplorato i suburbi, il ciglio della memoria, (…) in queste grandi immagini promozionali (come evocato anche nel titolo del progetto) si mostra la città per quello che è: dall’alto dei cartelloni il Tevere restituisce allo spazio pubblico (inteso come platea degli spettatori, come luogo della ricerca e come medium) l’abisso che vorrebbe dimenticare».