Il mese di gennaio si chiude con la solennità di San Ciro Medico e Martire, un’altra figura particolarmente cara al popolo sorano che lo venera nella chiesa parrocchiale a lui dedicata in località Trecce, risalente, allo stato attuale, al XVIII secolo, sorta nel luogo dove, secondo la tradizione, restarono impresse sulla roccia le trecce di Santa Restituta, condotta al martirio.
Ciro nacque da famiglia cristiana intorno all’anno 250 ad Alessandria d’Egitto, e studiò medicina nella sua città. Divenuto medico in quella scuola, Ciro aprì nel rione Doryzim un ambulatorio con laboratorio, dove somministrava cure gratuite ai poveri e indigenti, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “anàrgiro” (dal greco anargyros, senza denaro), e incitava i malati a trovare conforto nella fede e nella preghiera. Ridonava la salute tanto ai corpi quanto alle anime e convertì molti pagani al cristianesimo.
In quel tempo nella città egiziana vi erano molti tra astrologi, maghi e indovini, che spesso causavano disordini e rivolte. L’imperatore Diocleziano cominciò così a perseguitarli, non facendo alcuna distinzione tra medici e maghi. Ciro fu costretto a lasciare la città e si ritirò in Arabia, a est del fiume Nilo. Nella solitudine poté dedicarsi totalmente alla preghiera e alla meditazione. Pur vivendo nel deserto Ciro continuava ad accogliere malati che curava non più con le medicine ma con la preghiera. La sua fama di taumaturgo iniziò, così, a diffondersi in tutto l’Egitto. Uno dei suoi primi discepoli fu Giovanni, un ex soldato dell’esercito romano poi convertito alla fede cristiana. Con San Ciro si dedicò anche lui alla preghiera e alla meditazione, e, quando il suo maestro decise di tornare ad Alessandria, lo seguì. Nella città egiziana, nel frattempo, le persecuzioni contro i cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano diventavano sempre più feroci. Ai due monaci eremiti giunse notizia che nella città di Canòpo, a pochi chilometri a est di Alessandria d’Egitto, tre fanciulle, Eudossia di 11 anni, Teodora di 13 e Teoctista di 15, erano state arrestate insieme alla loro madre Atanasia, con l’accusa di essere cristiane. Ciro e Giovanni si recarono, così, in città per sostenerle nella loro fede e nella loro testimonianza. Il governatore, accortosi di loro, li fece subito imprigionare, e durante il processo tentò di corromperli promettendo ricchezze e onori. Ma vedendoli fermi nella testimonianza della loro fede, decise di decapitare sia i monaci che le 4 donne. Ciro e Giovanni vennero bastonati, bruciati con fiaccole e, per straziarli dal dolore, le loro carni piagate furono cosparse di aceto e sale. Secondo la tradizione, San Ciro fu immerso nella pece bollente e, essendo sopravvissuto a questo supplizio, fu successivamente decapitato il 31 gennaio 303 (o 312, come alcuni storici sostengono).
Sulla pagina facebook della parrocchia gli orari delle celebrazioni di oggi, festa liturgica del Santo, e di domenica prossima, 6 febbraio.
Ph. Credits: Parrocchia San Ciro Medico e Martire Sora