La nostre tradizione, quella di una ‘due giorni’ interamente dedicata alla festa di Ognissanti e alla commemorazione dei cari defunti, rischia davvero di perdersi nel vuoto, in favore di oscure mode d’oltreoceano che, a mio giudizio, ne stanno inquinando la purezza e la semplicità.
La ‘festa’ di Halloween, a tal proposito, altro non è se non la celebrazione del mondo dell’occulto, del maligno, dell’esoterico, travestita da innocua festa in maschera. Come è possibile ritualizzare, proprio in Italia, la dimensione del male? Cos’è, dunque, Halloween? Una ‘contro festa’ importata con leggerezza da un mondo, quello anglosassone, che non ci appartiene in nessun modo e delle cui tradizioni noi non sappiamo un bel nulla!
Vorrei condividere con tutti voi un ricordo della mia sfera personale: quando ero solo un bambino, mia nonna Teresina, in vista delle ricorrenze dei Santi e dei defunti, iniziava con largo anticipo le sue personali celebrazioni, piangendo ore ed ore nelle preghiera e nel ricordo di coloro che ci avevano abbandonato. Un momento, questo, di una dolcezza e una bontà tali da stringere il cuore.
Le sue lacrime, così sincere, così devote, avevano termine almeno 7 giorni dopo la fine delle ricorrenze. All’esperienza di mia nonna, che era anche quella di tutti gli altri, oggi si oppone una cultura completamente diversa, schiava del ‘dove andiamo a festeggiare Halloween?’. Ecco: questa festa non mi appartiene, Halloween non mi appartiene. Mi mancano quegli anni, quelle atmosfere che, purtroppo, non torneranno più. Ancora una volta, infatti, abbiamo preferito piegarci alle dubbie mode imposte dagli altri, piuttosto che valorizzare quanto di buono c’è nelle nostre tradizioni e nella nostra cultura sociale e religiosa.
Io, la sera del 31 ottobre, accenderò quel lumino, per noi così importante, dinanzi alla foto dei miei cari…e con me lo faranno i miei nipoti.
Celebrare Halloween equivale a celebrare l’oscurità, e a me piace la luce.