Da Natalino Coletta, in rappresentanza del Patto Democratico per Sora, riceviamo e pubblichiamo:
“Nel Luglio del 2011 in occasione di un intervento manutentivo da parte dell’ARDIS riguardante la pulizia delle sponde del fiume Liri nel tratto cittadino, insieme ad un gruppo considerevole di cittadini e pescatori sportivi esprimemmo tutta la nostra delusione, in quanto l’intervento non stava migliorando minimamente la regimentazione idraulica delle acque, tantomeno garantiva una sistemazione ordinata delle sponde.
Anzi, si era determinata una sorta di ‘tabula rasa’ per effetto di una operazione decisamente invasiva e mal condotta, con l’assenza totale di chi avrebbe dovuto controllare, ivi compresi i nostri amministratori con e senza deleghe in materia ambientale.
Un disinteresse che portò all’azzeramento di tutta la flora fluviale in situ, in una fase della stagione che vedeva anche la fauna presente, svolgere attività fondamentali per il proprio ciclo di vita.
In quell’occasione, esprimemmo anche tutta la nostra preoccupazione circa le voci che si rincorrevano in città riguardanti la realizzazione di una struttura sul Liri, che permettesse di organizzare delle manifestazioni canoistiche, oggi apprendiamo che l’attuale amministrazione intende realizzare ciò che vociferava allora; un’opera che costerà 500.000 Euro e che andrà solo a pregiudicare la portata idrica già ridotta all’osso specialmente in estate, con il conseguente innalzamento della temperatura e quindi la moria di tutte le specie ittiche presenti.
Ad ogni modo siamo sempre più convinti che questa amministrazione, non fosse altro per un atto di trasparenza, debba mettere in calendario una serie di incontri con i cittadini sorani, associazioni di pescatori sportivi e ambientalistiche, al fine di renderli partecipi delle soluzioni progettuali che si intendono adottare, anche perché troppo spesso decisioni calate dall’alto vengono imposte senza il necessario confronto democratico con le parti interessate.
In ultima analisi, riteniamo che il fiume Liri rappresenti di fatto un patrimonio della collettività, e non una proprietà esclusiva sulla quale si possa pensare di agire senza un consenso ampio e rappresentativo delle istanze dei cittadini sorani”.