Bandiere rosse, pugni chiusi, striscioni, applausi e bella ciao. Nella piazza antistante il Municipio di Cassino tantissima gente ha reso omaggio al compagno Vincenzo Durante, ex consigliere comunale. Ecco il ricordo del sindaco Enzo Salera.
“Si è dovuto superare qualche ostacolo, ma alla fine, quando le menti dei più accorti e più sensibili tra gli uomini del (in senso lato) “cosiddetto potere” fanno prevalere il buon senso e la ragionevolezza, non abbandonando l’intelligente elasticità, pur nel rispetto dell’applicazione delle norme talvolta irrazionalmente rigide, si riesce ad ottenere ciò che è a giudizio dei più è cosa lecita. Come lo è il soddisfare l’estremo desiderio espresso dal nostro caro Vincenzo negli ultimi giorni della sua vita, quando aveva capito di non avere ormai più speranze e che l’ultimo suo giorno si stava avvicinando a grandi passi. Così, nel rispetto delle sue volontà, rendiamo oggi a Lui l’estremo omaggio qui, in questa piazza, parlando dalle scale di questo Comune che tante volte aveva salito e ridisceso, in particolare nell’ultimo decennio e che ha continuato a presidiare sino a pochi mesi fa con sguardo severo e attento a tutto ciò che nel palazzo si decideva. Pronto a denunciare, a lottare, a riferire ogni (ai suoi occhi) malefatta a quel suo “popolo” delle cui situazioni problematiche (assai problematiche in tanti casi) mai aveva smesso di occuparsi. Coerente con le proprie idee, è stato un intransigente paladino dei diritti e delle esigenze primarie dei “vinti”, come si diceva una volta; o dei “deboli”, degli emarginati, come s’usa dire ai tempi nostri. Il suo sguardo era sempre rivolto alla gente del popolo. Non ha avuto una vita proprio tranquilla, per qualche periodo anche travagliata ma da combattente qual è sempre stato, ha saputo ripartire mettendo se stesso al servizio degli altri. La politica è stata la sua grande passione. Sì, per Lui la politica era anzitutto passione, per l’affermazione di ciò in cui si crede. Che poi si è in posizione quasi sempre minoritaria, poco deve importare. Concepiva la politica come servizio, stare a servizio della gente, dei deboli. Gli affaristi o quelli che ai suoi occhi tale apparivano, facevano in lui l’effetto del fumo negli occhi. Irrefrenabile scattava la sua collera contro costoro. Nel 2011, capolista di Rifondazione Comunista, con Petrarcone candidato sindaco, Vincenzo Durante fu eletto in consiglio comunale. La sua prima esperienza in amministrazione. Entrò con la coalizione di maggioranza dunque, ma la sua permanenza con noi ebbe la durata di pochi mesi. Più di qualche voce arrivava stonata alle sue orecchie, gli contrapponeva con forza, con veemenza, con tutta la passione i propri ideali. Resse solo pochi mesi e passò all’opposizione. Rigoroso, era poco portato alla mediazione, che sembrava considerasse una “svendita”. Che per certi aspetti può esser vero, ma tuttavia della mediazione non si può fare a meno quando non la si pensa proprio tutti allo stesso modo su determinate scelte politico-amministrative. Vincenzo onorò però il suo ruolo di consigliere comunale. Si preparava con scrupolo, si leggeva gli atti del consiglio, arrivava in consiglio sempre informato. Fu, senza alcun dubbio, il più efficace oppositore di quell’amministrazione, anche perché non si limitava solo alla critica della maggioranza, ma avanzò proposte migliorative in diversi casi. Si distinse pure nella complessa organizzazione di proteste per l’emergenza abitativa. In questa piazza De Gasperi, davanti al nostro Comune, installarono delle tende diversi senzatetto. In altra occasione fu guidata l’occupazione degli alloggi, allora sfitti, dell’esercito italiano vicino alla Caserma, in località Selvotta. Si dovette procedere ad un doloroso (per la presenza anche di bambini) sgombro coatto. Non tutto andò bene, ma se qualcosa alcuni riuscirono ad ottenere fu proprio grazie a quelle lotte. Il suo agire politico, pur se non sempre condivisibile, si è comunque caratterizzato per la coerenza che ha contraddistinto l’uomo. La coerenza, un valore, una virtù patrimonio di pochi, soprattutto in politica, come vediamo nel nostro tempo, cominciando dal Parlamento nazionale. Vincenzo, no: è stato sempre coerente. Le sue idee non le ha mai tradite, né poteva farlo alla fine della sua vita. Del resto, anche il funerale laico da Lui voluto, senza tentennamenti, né cedimenti a umani sentimenti e paure, stanno qui a confermarlo. Ove ve ne fosse stato bisogno. Un’altra grande qualita’ di Vincenzo era la lealta’, combatteva in maniera rumorosa, con grande veemenza, quasi sempre si sentiva la sua voce molto prima che lui si materializzasse fisicamente, ma lo faceva sempre affrontandoti a viso aperto, mai in maniera subdola.
Un ultimo pensiero, oltre ai tanti amici, mi sento di rivolgerlo ai tuoi familiari, Anna, Elena, Tullia, Alfredo e Pasquale che hanno fatto a gara per starti vicino ed assisterti negli ultimi giorni, ho sentito tante volte Pasquale in questi giorni, dopo quell’ultima telefonata con te quindici giorni fa, e so che era un loro ed un tuo desiderio l’espressione forte di questo affetto nel non lasciarti mai solo in quella cameretta di ospedale e quando ieri mattina Pasquale mi ha chiamato per darmi la triste notizia ho sentito in lui anche quella sollevazione nell’esserti stato vicino proprio nel momento del trapasso.
Ciao Vincenzì, che la terra ti sia lieve.