È stata inaugurata sabato 14 settembre e sarà possibile visitarla fino al 30. È la mostra del pittore sorano Michele Rosa, allestita con cura e stile, presso il Museo Civico della Media Valle del Liri, in Piazza Mayer Ross. L’iniziativa rientra nel ricco programma stilato dall’Assessore alle Politiche Culturali Andrea Petricca e dalla Direttrice del Museo Civico Dott.ssa Manuela Cerqua che hanno ideato una serie di mostre d’arti visive contemporanee: scultura, pittura, istallazioni, fotografia, video- arte e tantissimo altro.
La mostra di Michele Rosa è incentrata sulle contraddizioni della nostra società, orientata alla produzione ed al consumo selvaggio. Pittura enigmatica di non facile comprensione sul valore di ciò che è problematico e misterioso nel dramma esistenziale attuale. Il vivo interesse per gli assetti sociali e psicologici della condizione umana è espresso mediante la manipolazione delle caratteristiche singolari del monotipo. Utilizzo del colore come agente creativo, valendosi soprattutto del potere trasformativo del gestuale per rispecchiare lo stato emozionale dei soggetti. Le composizioni sono piene di colori da richiedere un aggiustamento mentale ed oculare. In ogni caso la loro complessità allettante emerge soltanto dopo attente osservazioni. Questa luminescenza non rivela subito i dettagli ma seduce l’osservatore mediante la creazione di una scena in cui forma e significato oscillano. Attraverso astrazioni coloristiche, il figurato non ha più senso di essere, prevalgono sensazioni del pensiero che si lascia afferrare sul divenire delle cose. Un’astrazione che non corrisponde al significato radicale del termine poiché conserva riferimenti formali anche di penetrante suggestione emotiva per esaltarne possibilità plastiche, materiche, gestuali, signiche e dinamiche.
“Cerco di suggerire entro l’astrazione del piano uno spettacolo che sia per via illusoria il più vicino al mio pensiero ed alle mie considerazioni– dichiara Michele Rosa – Affronto sulle superfici pittoriche la fatica di essere uomo, uso l’esperienza come criterio per chiedermi dei molti problemi: quale significato ha il sacrificio di tante vite negli scenari di guerra del mondo? Nei miei lavori metto al centro l’uomo per far rivivere l’amore e la speranza. Dipingo l’uomo non come individuo isolato ma come essere razionale che ama la diversità e la convivenza pacifica, la ricerca faticosa della verità, l’accettazione del proprio limite. La mia pittura si presenta come arte diversa, insofferente di ogni schema prestabilito o ereditato dal passato, ma esperienza in atto: espressività del mio modo di comunicare”.