Siringhe sporche di sangue. Sono ovunque, in ogni angolo della città.
Un fenomeno in continuo aumento che allarma e che forse dovrebbe essere affrontato sui tavoli delle istituzioni con maggiore attenzione.
Si moltiplicano le segnalazioni sul rinvenimento di siringhe disseminate dappertutto, in pieno centro, tra i vicoli, nei parchi pubblici, in prossimità di scuole: insomma un po’ ovunque. Se fino a qualche tempo fa i tossico dipendenti si nascondevano nei vicoli, lontano da occhi indiscreti, e soprattutto approfittando del buio per “bucarsi” ad oggi il fenomeno appare piuttosto diffuso e allarmante proprio per le caratteristiche e la portata che ha assunto.
C’è chi trova siringhe sporche di sangue nei pressi della ferrovia, chi all’interno di bidoni della spazzatura nel centro, chi sulla scalinata che conduce alla Madonna delle grazie e ci sono persino genitori che le hanno rinvenute e segnalate agli operatori della raccolta dei rifiuti nei pressi delle scuole che frequentano i loro figli.
Non basta chiamare gli operatori e far procedere alla bonifica. Il problema andrebbe affrontato alla radice, cercando di intercettare il disagio sociale che si è acuito con la pandemia ed il perdurare di situazioni che hanno avuto conseguenze negative anche sulla sfera psico emotiva di tante persone, divenute più sole e più fragili.
C’è bisogno oggi più che mai di mettere in campo sinergie e progetti per i giovani molti dei quali appaiono disorientati e alla deriva e che purtroppo si avvicinano al mondo della droga inconsapevolmente trovandosi poi impantanati delle sabbie mobili da cui uscire diventa difficilissimo.
C’è anche chi come la cittadina Maria Loreta proponi di posizionare dei raccoglitori di siringhe usate, come accade in molte città, anche per evitare risvolti di natura igienico sanitaria.
Roberta Pugliesi