Lo sapevate che… il 29 marzo del 2003 moriva a Bangkok il medico Carlo Urbani, scopritore della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave, o “polmonite atipica”, di cui lui stesso restò vittima, dopo averla contratta in Vietnam. Carlo Urbani è dunque il simbolo della lotta contro questa grave malattia respiratoria, alla cui famiglia appartiene anche il Covid-19, di cui purtroppo abbiamo imparato a conoscere la virulenza e la letalità.
Urbani, laurea in Medicina con specializzazione in malattie infettive, subito si dedicò ai più bisognosi: con altri medici organizzò, dal 1988, dei viaggi in Africa centrale, per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Nel 1996 entrò nell’organizzazione Médecins Sans Frontières e partì per la Cambogia, dove portò avanti un progetto per il controllo della schistosomiasi, una malattia parassitaria intestinale.
Come consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le malattie parassitarie, ribadì ulteriormente che la causa primaria del diffondersi delle malattie è la povertà. Nell’aprile del 1999 fu eletto presidente di Msf Italia. Dopo la Cambogia, fu nel Laos, e poi in Vietnam. Nelle ultime settimane di vita si dedicò alla cura e alle ricerche sulla Sars, la terribile malattia respiratoria che stava minacciando il mondo intero. All’inizio di marzo si recò a Bangkok per un convegno, e dopo l’arrivo i sintomi si iniziarono a manifestarsi con violenza, tanto da portarlo alla morte, all’età di soli 46 anni.
Urbani era stato il primo medico dell’Oms ad avere identificato un focolaio di questa nuova malattia, in un cittadino americano ricoverato all’ospedale di Hanoi. La sua segnalazione precoce della Sars, mise in allarme il sistema di sorveglianza globale e rese possibile l’identificazione di molti nuovi casi e isolarli prima che il personale sanitario ospedaliero venisse contagiato.
Carla Cristini