‘Risolto l’inconveniente igienico sanitario che ha riguardato un alloggio popolare sito nel Comune di Sora, in via Torino‘.
Lo fa sapere la consigliera delegata Simona Castagna. L’esponente della maggioranza si riferisce alla vicenda di cui ci siamo occupati un paio di giorni fa circa lo sgombero di un appartamento in condizioni ‘da incubo’. Sgombero tramite ordinanza del sindaco su segnalazione della Asl.
‘Una problematica di non poco conto – aggiunge la Castagna – che ha trovato una soluzione grazie alla sinergia tra Ater e Comune, è quella che ha visto come protagonista una donna assegnataria di un alloggio popolare. Si tratta di un appartamento che versava in pessime condizioni, accertate anche a seguito di un sopralluogo da parte dell’Asl e per il quale il Sindaco ha emesso ordinanza di sgombero. La risoluzione della problematica è stata possibile attraverso una fattiva collaborazione tra gli uffici dell’Ater e l’ufficio Erp del Comune, ognuno per le rispettive competenze; infatti entrambi gli uffici hanno adottato quanto necessario per permettere alla donna di avere in tempi rapidi un altro alloggio. Dal canto suo l’Ater, nella qualità di ente gestore della maggior parte degli alloggi popolari insistenti nel territorio sorano, attua interventi di manutenzione straordinaria su tali alloggi anche se con non poche difficoltà legate ad una serie di situazioni risalenti negli anni e non di pronta risoluzione.
È doveroso, però, non dimenticare che oltre i diritti di cui godono gli assegnatari, come quelli relativi alla manutenzione straordinaria, ci sono anche una serie di doveri che trovano la propria disciplina non soltanto nella Carta dei Servizi dell’Ater ma anche nei regolamenti condominiali che stabiliscono regole di convivenza civile, come gli orari del silenzio, la gestione degli spazi comuni e le regole di condotta da osservare all’interno dei condomini stessi. Quindi, anche alla luce di quanto successo nel caso di specie, per poter attuare una corretta gestione delle case popolari servono azioni coordinate tra tutti i soggetti aventi un ruolo attivo, quali gli assegnatari, l’Ater e l’Amministrazione comunale. Non dimentichiamo, inoltre, che nessuna evoluzione in questo particolare settore può essere possibile se non si parte dalla consapevolezza che le case popolari rappresentano un patrimonio di proprietà pubblica ascrivibile tra i beni comuni, intesi non solo come quei beni che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, come quello del diritto alla casa, ma soprattutto – conclude Simona Castagna – come quei beni che vanno conservati nel rispetto delle fondamentali regole civili’.