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IN UN ANNO 27.251 ACCESSI AL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI SORA: IL 65,5% ‘INAPPROPRIATI’

Perché i Pronto Soccorso sono sempre intasati? Perché accede a questa forma di assistenza anche chi non ne avrebbe bisogno. E l’ospedale di Sora non fa eccezione. Secondo i dati diffusi dalla Regione Lazio e riferiti al ‘Santissima Trinità’, nell’anno 2012, si sono rivolti al Pronto Soccorso di località san Marciano 27.251 pazienti.

Il dato, però, deve poi essere scorporato a seconda della gravità. Ebbene, a questo punto, si scopre che, oltre la metà degli accessi rientra nei cosiddetti codici bianchi e verdi, ovvero si è trattato di casi che non avrebbero richiesto un intervento di tal genere, potendo anche essere gestiti diversamente e altrove, sempre che ci fosse stata un’alternativa. E andiamo a spiegarci. Tra codici bianchi e verdi, si raggiunge una percentuale pari al 65,4% del totale; i gialli sono stati il 32,5% e i rossi 1’1%. In altre parole, avrebbe avuto veramente necessità di rivolgersi al Pronto Soccorso solo il 33,6% dei 27.251 pazienti , cioè un terzo di coloro che si sono rivolti alle cure dei medici di prima emergenza. In più, rispetto a tutti gli altri ospedali della provincia di Frosinone, il ‘Santissima Trinità’ conta la percentuale più alta di codici bianchi sui totali parziali.
Chiaramente, però, questa è una analisi che si fa ex post e che, soprattutto, non considera che i pazienti, allo stato attuale, non hanno una alternativa assistenziale a cui rivolgersi. Infatti, i codici bianchi e verdi – che, come detto, sono stati ben oltre la metà del totale – sono parte di quella casistica che potrebbe rientrare nell’assistenza domiciliare e nell’assistenza territoriale. Quest’ultima, in particolare, vista come la nuova frontiera della medicina locale – ancora tutta da realizzare, almeno nella regione Lazio – prevede un riassetto del servizio fornito, ad esempio, dai medici di famiglia, i quali dovrebbero associarsi e allestire ambulatori h24, in grado, per l’appunto, di accogliere e gestire i codici bianchi e verdi, riuscendo così ad alleggerire il flusso che attualmente si riversa esclusivamente sui pronto Soccorso.

Insomma, si tratterebbe di un vero e proprio ‘ripensamento’ della strutturazione della medicina di prossimità, che consentirebbe una riduzione dei costi e, soprattutto, renderebbe più efficiente l’assistenza medica locale. I dati acquisiti sarebbero utili per la riorganizzazione dell’assistenza: eppure, ogni volta, si sente parlare solo di tagli, ridimensionamenti e contrazione dei posti letto.

Ma sono davvero qui gli sprechi della sanità?