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SAN ROCCO TRA ‘SACRO’ E ‘PROFANO’, IL CELEBRANTE REDARGUISCE I FEDELI

L’occasione è stata la Santa Messa celebrata nel pomeriggio di sabato nella chiesa di San Rocco, con i festeggiamenti ancora in corso in onore del Santo di Montpellier. Bancarelle, un viavai di gente chiassosa, con il ‘profano’ che, forse, sopravanza il ‘sacro’, in una contingenza che, al contrario, dovrebbe essere soprattutto religiosa.
Ecco, probabilmente, proprio questa riflessione deve aver spinto il celebrante, don Donato Piacentini, a redarguire un po’ tutti. Il sacerdote, nel corso dell’omelia, ha snocciolato una serie di ‘rimproveri’, con l’evidente intento di richiamare i fedeli ad un atteggiamento più consono alle circostanze. Un esempio? La processione tenuta il giorno precedente. Don Donato ha lamentato che, a tratti, il corteo sacro è sembrato più che altro un ‘mercato’, laddove c’è stato il passaggio tra le bancarelle nella quasi totale indifferenza degli avventori, che hanno continuato a interessarsi più della chincaglieria esposta che del Santo in arrivo.
Una tiratina d’orecchie il sacerdote l’ha fatta anche ai portatori della effigie sacra. San Rocco è veneratissimo in città e, sebbene non ne sia il patrono, conta innumerevoli devoti. Questa particolare devozione si registra anche e soprattutto tra chi, ogni anno, si offre di trasportare la bara del Santo: i portatori fanno a gara per fregiarsi dell’onore di condurre a spalla la statua. E qui è intervenuta l’osservazione di don Donato Piacentini, fatta durante l’omelia di sabato sera: che senso ha pretendere di essere portatore per un giorno – il 16 Agosto – se, poi, la domenica ci si ‘dimentica’ di andare a Messa?
Ma non è finita qui. Sembra che, al passaggio della processione in Via Napoli, il corteo sacro e il Santo siano stati fatto oggetto di frasi ingiuriose da parte di un gruppetto di cittadini di origine pachistana. Una circostanza spiacevolissima, che ha indotto il celebrante ad osservare come questo episodio sia stridente con la carità cristiana, che induce ad aiutare gli altri senza avere riguardo della nazionalità e della religione e forse dimenticando chi ha ugualmente necessità di aiuto, ma ci è più vicino. Una riflessione che, in piccolo, riproduce i grandi conflitti che si registrano in varie parti del Mondo, in cui la tolleranza cristiana non trova quella che dovrebbe essere una scontata reciprocità.