Ospedale, tutto da rifare. Alla fine, il governatore della Regione Lazio non ha potuto fare finta di nulla. La presentazione degli atti aziendali delle Asl del Lazio, che mirano alla riorganizzazione dell’offerta sanitaria, è stata rinviata di due mesi. Come a dire: “Avete 60 giorni di tempo per correggere un documento che non piace a nessuno”. Una decisione, quella di Nicola Zingaretti, arrivata sul filo di lana, visto che il termine ultimo per la presentazione degli atti era fissato per lunedì 5 agosto. Dunque, una sonora bocciatura che investe anche il piano di riordino presentato nelle scorse settimane dall’Asl di Frosinone e dal suo commissario, il generale Vincenzo Suppa. Ricordiamo che, come già descritto da Soraweb, la proposta redatta dalla nostra Asl prevede l’unione tra Cassino e Sora in un solo Polo Ospedaliero. Le direzioni sanitarie rimarrebbero inalterate ma, ecco il rischio vero, dietro l’angolo si potrebbe nascondere una progressiva subordinazione del ‘SS. Trinità’, che entrerebbe nel cono d’ombra dell’ospedale cassinate.
A questo proposito, in occasione del Consiglio Comunale straordinario convocato sul tema dal presidente Giacomo Iula in seguito alla richiesta dell’opposizione, fu lo stesso manager Suppa ad evidenziare che il piano redatto dall’Asl era stato congegnato secondo alcune linee guida direttamente imposte dalla Regione Lazio. Evidentemente, allora, le infuocate polemiche di questi giorni, hanno spinto l’inquilino di via Cristoforo Colombo a darsi più tempo per riflettere e a rimandare tutto alla fine dell’estate.
C’è ancora tempo, insomma, per cambiare quello che, fino a ieri, sembrava immodificabile. E’ altrettanto innegabile, inoltre, che la spinta al cambiamento non potrà certamente provenire dagli uffici regionali, ma dalle singole amministrazioni comunali e dagli stessi operatori sanitari impegnati sul territorio. Il momento, dunque, è arrivato: i sindaci, con in primis quello di Sora, i comuni del comprensorio, le commissioni sanità adesso facciano le proposte in grado di salvaguardare la sanità locale. Questa è l’ultima chance. Dopo, nessuno potrà più lamanetarsi.