Una figura di artista come quella di Vittorio De Sica si presta, come poche altre, a rappresentare sia i diversi aspetti dell’arte cinematografica, sia le diverse forme d’arte e i vari linguaggi artistici che hanno contribuito a fare grande il cinema come arte del nostro tempo.
De Sica è stato, infatti, innanzitutto attore di teatro e di cinema, cantante in alcuni suoi primi film (tutti ricordiamo “Parlami d’amore Mariù”), ma soprattutto regista poliedrico, capace di avviare il rinnovamento dello stile cinematografico sia della commedia che del dramma fin dagli anni’40 del Novecento, in epoca di conformismo e di autoritarismo fascista. E poi di interpretare la nuova sensibilità neorealista dell’immediato dopoguerra, dando vita ad alcuni capolavori assoluti, per tornare, con alterne vicende, ad esprimersi come attore e regista in commedie e film drammatici affrontati con diversi stili, nei decenni successivi.
Un grande uomo di spettacolo e insieme di cultura, specie nel sodalizio fecondo con Cesare Zavattini, che ha dato un contributo importante al rinnovamento del cinema italiano e di tanti paesi del mondo.
La sua poliedricità di artista (e di uomo) appare naturalmente in sintonia con le caratteristiche dell’arte cinematografica.
Il cinema, infatti, è stato fin dall’inizio tante cose. Spettacolo d’attrazione, rappresentazione “diretta” della realtà, straordinario strumento di espressione dell’immaginazione, linguaggio artistico simile al sogno. E ancora: linguaggio complesso, in cui confluiscono altri linguaggi artistici, dalla letteratura, al teatro, alla pittura, alla fotografia, alla musica; e nello stesso tempo forma d’arte nuova, autonoma, espressione della modernità, con una sua grammatica, una sua “sintassi”, una sua “retorica”, capace di parlare sia alla mente e d al cuore di un pubblico vasto e popolare che a sensibilità estetiche ed intellettuali raffinate ed elitarie.
Una manifestazione culturale, un Festival che si propone di promuovere la cultura cinematografica innanzitutto tra i giovani – che soffrono più di altri strati sociali il degrado culturale che oggi incide negativamente sulla qualità del vivere sociale – ma anche tra la popolazione complessiva di una città che ha dato i natali a Vittorio De Sica che deve proporsi di affrontare il suo obiettivo attraverso la molteplicità degli aspetti che caratterizzano l’arte cinematografica: la realtà, il sogno, la spettacolarità, la raffinatezza estetica, appunto e il dialogo con le altre arti, in particolare il teatro e la musica. In modo da saper coinvolgere e riportare al cinema sia le nuove generazioni sia altri strati sociali e fasce generazionali.
Il verso famoso di Ariosto, “Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori”, sta a significare un arco ampio di tematiche che rappresentano l’intera vita umana che il cinema e l’arte hanno sempre affrontato ed ancora oggi affrontano con stili, linguaggi, valori mutati nel tempo, ma sempre con la volontà di mettere al centro della propria attenzione la condizione umana e la ricerca del senso del vivere.
La Mostra d’Arte Cinematografica “Vittorio De Sica” si articola, perciò, nel corso dell’anno, in diversi momenti e iniziative: dall’Omaggio a Vittorio De Sica e alla sua opera di attore e regista, alle serate di “Cinema sotto le stelle”, con spettacoli di teatro e musica nelle piazze di Sora, ad un concorso per cortometraggi e documentari, a laboratori di linguaggio cinematografico e di riprese e montaggio realizzati con le scuole, ad una rassegna conclusiva di cinema che mette a confronto il grande cinema italiano di ieri e di oggi, interamente ideata e realizzata con la partecipazione attiva e creativa dei giovani e degli studenti.
“Possiamo affermare con orgoglio che il cinema è tornato a Sora”: questo il messaggio forte e chiaro del sindaco Roberto De Donatis. Il primo cittadino, infatti, coerente con le sue idee e tenendo conto dei progetti in cantiere, può gonfiare il petto d’orgoglio per questo finanziamento che si va ad aggiungere ad atri ottenuti. “La Mostra giunta alla sua seconda edizione si conferma una manifestazione di assoluto valore e forte impatto che ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento della Presidenza del Consiglio regionale del Lazio. Un percorso virtuoso e di crescita del format che testimonia le grandi potenzialità del progetto che lo scorso anno ha posto solide basi e ampi margini di sviluppo per imporsi negli scenari nazionali come un appuntamento cardine per la cultura”. Il comune volsco, dunque, riscopre una figura che, per troppi anni, è rimasta nell’ombra. L’iniziativa è da accogliere con il sorriso per due ragioni: la prima perché porta all’attenzione della collettività l’artista ed è formativa per i giovani; la seconda perché può essere un’ottima strategia di marketing. L’organizzazione di un evento del genere, nel periodo estivo, è una forma d’attrazione per gli appassionati ed i cultori del genere. Ovviamente a questo andrà affiancata un’opera di comunicazione di alto livello per far sì che il messaggio vada anche oltre i confini sorani ed attiri l’attenzione di altri lidi. Del resto, uno dei cavalli di battaglia di quest’amministrazione nel corso della campagna elettorale di tre anni fa era quello di rendere la città il “Salotto delle tre Valli”.